venerdì 7 marzo 2014

La rete, Fiorello e Severgnini

di
Francesco Zanotti


Oggi sul Corriere Severgnini stigmatizza la reazione della rete all'incidente occorso a Fiorello. Ovviamente a ragione. Ma quando cerca la causa, sbaglia.
Il problema non è che stiamo imparando ad usare le immense potenzialità della rete. E sbagliando si impara.
Il problema è che viviamo in un mondo complesso, reso ancora più complesso dalla capacità interconnettiva della rete, e disponiamo di risorse cognitive troppo semplici. Le nostre reazioni a questa complessità sono, inevitabilmente, quelle che censura Severgnini “la banalità di certi commenti, l’ironia fuori luogo, la cacofonia delle battute squallide”.

Diciamo diversamente. Ogni persona cerca di realizzare un proprio progetto esistenziale nel mondo in cui si trova a vivere ed usando le risorse cognitive di cui dispone. Se vive in un mondo complessissimo e le sue risorse cognitive sono troppo semplici, il tentativo di realizzare il proprio progetto esistenziale sarà un accumulare banalità. Sarà il costruirsi intorno un mondo virtuale, ma banale. Sarà un delegare ad un “mi piace” la propria realizzazione esistenziale. Ad un cinguettio (limitato a poche parole perché solo quelle so esprimere) l’esprimere il ruolo sociale. All'attesa di un sms come se fosse il messia. E alla fine, il mondo di carne e respiro, sguardi e abbracci, passione e coraggio, spaventa perché chiede troppo a personalità troppo povere …

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