venerdì 20 dicembre 2013

Delusione prevedibile

di
Francesco Zanotti


Leggo sul Corriere di oggi un articolo di Dario Di Vico che manifesta la sua delusione perché la legge di stabilità è sbocconcellata, senza una idea forte che la informi e permetta di guidare il Paese verso lo sviluppo.
Ma è una delusione che era prevedibile, come è chiaro cosa occorrerebbe fare perché una legge di stabilità (dovremmo cambiare questo nome che si porta dietro una sua ideologia che è conservatrice nel peggior senso della parola) possa efficacemente iniziare a costruire sviluppo.
In una società complessa i sistemi cognitivi personali e sociali (degli attori sociali) tendono a diversificarsi e focalizzarsi su singole issue.
Poiché non esiste un processo di continuo arricchimento di questi sistemi cognitivi, questi stessi tendono a restringere le issue di cui si occupano ed a diventare ideologici. Il punto di partenza dell’azione progettuale del Governo è, quindi, una “prateria” sconfinata di microideologie (gli eventi di questi giorni dimostrano che queste già “micro” ideologie tendono a diventare sempre più “micro”) che sono, inevitabilmente, estranee le une alle altre.
Quando un governo formula una legge di stabilità lo fa usando il sistema cognitivo di cui dispone. Non può sapere se questo sistema cognitivo è compatibile, si sovrappone, o è conflittuale con la prateria di sistemi cognitivi che deve governare.
Si potrebbe ipotizzare che è povero (visto la grande massa di conoscenze di cui la nostra classe dirigente dimostra di non disporre), ma lasciamo stare. Ammettiamo che sia, almeno, “sanza ‘nfamia e sanza lodo” (da ignavi, quindi). In ogni caso, non ci si può attendere che esso costituisca una sintesi della prateria di microideologie. Quindi non ci si può attendere che le sue proposte possano essere accettate come sintesi riconosciuta di tutte le ideologie personali e sociali.
Poiché viviamo in un paese libero, questa insoddisfazione è dotata di potere di interdizione e, così, si scatena un processo negoziale inevitabile che porta a leggi arlecchino. Una arlecchinata, per di più, dai colori sbiaditi.
Mi si permetta di concludere con una domanda: se il fatto che le proposte del Governo sarebbero state sbocconcellate in una arlecchinata triste, perché non lo si è fatto?

Cosa fare in alternativa? Beh, ne abbiamo parlato più volte. Abbiamo sviluppato un metodo di progettualità sociale che abbiamo definito “Sorgente Aperta”. Appare in ogni angolo del nostro blog. Non in quelle prassi che generano arlecchinate.

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