di
Francesco Zanotti
Leggo sul Corriere di oggi un articolo di Dario Di Vico che manifesta la sua delusione perché la legge di stabilità è sbocconcellata, senza una idea forte che la informi e permetta di guidare il Paese verso lo sviluppo.
Ma è una delusione che era prevedibile, come è chiaro
cosa occorrerebbe fare perché una legge di stabilità (dovremmo cambiare questo
nome che si porta dietro una sua ideologia che è conservatrice nel peggior senso
della parola) possa efficacemente iniziare a costruire sviluppo.
In una società complessa i sistemi cognitivi personali e
sociali (degli attori sociali) tendono a diversificarsi e focalizzarsi su
singole issue.
Poiché non esiste un processo di continuo arricchimento di
questi sistemi cognitivi, questi stessi tendono a restringere le issue di cui
si occupano ed a diventare ideologici. Il punto di partenza dell’azione
progettuale del Governo è, quindi, una “prateria” sconfinata di microideologie
(gli eventi di questi giorni dimostrano che queste già “micro” ideologie
tendono a diventare sempre più “micro”) che sono, inevitabilmente, estranee le
une alle altre.
Quando un governo formula una legge di stabilità lo fa
usando il sistema cognitivo di cui dispone. Non può sapere se questo sistema
cognitivo è compatibile, si sovrappone, o è conflittuale con la prateria di
sistemi cognitivi che deve governare.
Si potrebbe ipotizzare che è povero (visto la grande
massa di conoscenze di cui la nostra classe dirigente dimostra di non
disporre), ma lasciamo stare. Ammettiamo che sia, almeno, “sanza ‘nfamia e
sanza lodo” (da ignavi, quindi). In ogni caso, non ci si può attendere che esso
costituisca una sintesi della prateria di microideologie. Quindi non ci si può
attendere che le sue proposte possano essere accettate come sintesi
riconosciuta di tutte le ideologie personali e sociali.
Poiché viviamo in un paese libero, questa insoddisfazione
è dotata di potere di interdizione e, così, si scatena un processo negoziale
inevitabile che porta a leggi arlecchino. Una arlecchinata, per di più, dai
colori sbiaditi.
Mi si permetta di concludere con una domanda: se il fatto
che le proposte del Governo sarebbero state sbocconcellate in una arlecchinata
triste, perché non lo si è fatto?
Cosa fare in alternativa? Beh, ne abbiamo parlato più
volte. Abbiamo sviluppato un metodo di progettualità sociale che abbiamo
definito “Sorgente Aperta”. Appare in ogni angolo del nostro blog. Non in
quelle prassi che generano arlecchinate.
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