sabato 17 agosto 2013

Egitto, Mediterraneo, Italia e Territori

di
Francesco Zanotti

Al di là delle differenze in gravità (in Egitto ci si spara addosso, nei nostri territori, no), il problema è sistemicamente lo stesso. Come lo è la soluzione.
Il problema è velocemente descrivibile: i sistemi in crisi (Egitto, Italia, Mediterraneo, Territori) sono sistemi dove le risorse cognitive disponibili sono inadeguate, spezzettate ed ideologiche. La tendenza è verso una crescita di inadeguatezza, spezzettamento e di ideologizzazione. L’inadeguatezza porta a non riuscire a vedere i problemi del presente e le potenzialità del futuro. Lo spezzettamento rende ancora più inadeguate le risorse cognitive. L’ideologizzazione genera conflitti.
Che fare?
Anche la soluzione è velocemente descrivibile: occorre che le classi dirigenti (ai diversi livelli sistemici: Egitto, Mediterraneo, Italia, Territori) attivino processi di progettualità sociale. Non definiscano programmi, ma attivino processi che generino programmi condivisi, anzi: emozionanti. Programmi che siano considerati da tutti coloro che partecipino a realizzarli la vera occasione di auto realizzazione personale.
Occorre che facciano questo, ma rendendo disponibili nuove risorse cognitive. Perché attivare progettualità senza partire da nuove risorse cognitive crea solo un’altra occasione di conflitto.

Ma che cosa sono le risorse cognitive? Mi spiego in un caso concreto. Prendiamo il Parlamento del Mediterraneo potrebbe essere l’Attore legittimato ad avviare una azione di progettualità sociale che produca un Master Plan per lo sviluppo del Mediterraneo. Cosa sarebbe in questo caso la nuova risorsa cognitiva da rendere disponibile? La risposta è semplice: un modello che indichi quali sono i contenuti di un Master Plan. Se non si distribuisse questa risorsa, si rischierebbe che ognuno dei Partecipanti (in questo caso Parlamentari di tutti i Parlamenti degli Stati che si affacciano sul Mediterraneo e non solo) partisse da un suo modello (spesso inconscio) di Master Plan che sarebbe per forza di cose inadeguato perché parziale. Ma non di meno ideologico. Ed, allora, la progettualità degenererebbe in conflitto.
Io credo che questa sia la soluzione sistemicamente comune a tutte le situazioni di conflitto e crisi esistenti.
Ora provate a confrontarle con le dichiarazioni dei tre principali Leader europei per quanto riguarda la situazione in Egitto. La fonte è il Sole24Ore di oggi.
Enrico Letta: “La crisi ha oramai passato il limite: fermare la repressione.”. Domanda: come? Interviene l’Europa autonominandosi polizia internazionale, va in Egitto e molla “schiaffoni” a tutti?
Angela Merkel: “La Germania riesaminerà i propri rapporti con l’Egitto”. Cioè: li lasciamo solo? Usiamo sanzioni punitive?
Francois Hollande: “Il Paese deve ritrovare al più presto la vis democratica”. E se non lo fa? Gli diciamo che sono cattivi e la imponiamo con la forza? Poi occorre dire quale democrazia. Se è quella rappresentativa è peggiore del male perchè ufficializza il conflitto. Occorrerebbe una democrazia progettuale. Proprio come quella che ho proposto.



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