mercoledì 30 gennaio 2013

Finalmente la conoscenza … …almeno un po’


di
Francesco Zanotti


Leggo stamattina sul Corriere un pregevole articolo di Gian Arturo Ferrari che “reclama” che in nessun programma di partito e, soprattutto, in nessun dibattito di campagna elettorale si affronta il “trittico” formazione, istruzione educazione.
Mi associo alla reprimenda, ma mi sembra essa vada completata.
Credo occorra parlare non solo della “trasmissione” della conoscenza ai giovani.
Credo occorra parlare anche della produzione di nuova conoscenza, oggi, quando il sistema di conoscenze, sia “scientifiche” che “umanistiche” (le virgolette sono per risparmiarmi obiezioni epistemologiche,) è in crisi esistenziale. Occorre un grande progetto per lo sviluppo della nuova conoscenza che, sola, potrà portare all'emergere di una nuova società. Noi l’abbiamo definito e l’abbiamo chiamato “Expo della Conoscenza”. In realtà, è un vero e proprio progetto di sviluppo del nostro Sistema Paese.
Poi, credo, occorra parlare della “ignoranza tecnica” (ovviamente nessun giudizio sulle persone, ma solo sulle conoscenze che dimostrano di non avere) dell’attuale classe politica.
Prendo il caso di Monti perché è il nostro “Capo” e aspira a continuare ad esserlo. Ma vale anche per molti altri (tutti?).
Egli non dispone di mille conoscenze che sarebbero indispensabili. Cito a caso, perché sono moltissime le conoscenze che dimostra di non avere e che gli (ci) sarebbero utilissime. La prima area di “ignoranza tecnica” riguarda proprio l’economia. Ne ha una visione epistemologicamente (eh sì qui l’epistemologia ci vuole) arretrata che lo porta a sopravvalutarne lo status scientifico. Continua a considerarla ed usarla come fosse la fisica classica: capace di analisi oggettive e di indicazioni prescrittive. L’economia non è nessuna di queste due cose.
La seconda area di ignoranza riguarda le dinamiche sociali: il formarsi di attori sociali, le modalità di costruzione di consenso. E’ ancora legato al mito della comunicazione come trasferimento di informazioni, capace di convincimento, che, in una società complessa, porta, invece, a generare dinamiche conflittuali. Soprattutto in una competizione elettorale che è già conflittuale di suo.
La terza … Va beh,  non serve fare un elenco completo.
Posso subito concludere con una proposta semplicissima: basterebbe che le attuali classi dirigenti accettassero di discutere del progetto “Expo della Conoscenza”. Avremmo immediatamente risolto, almeno, il problema della loro “ignoranza tecnica”. E potremmo, anche provare, a discutere davvero di un progetto complessivo di sviluppo e non di velleitario “aggiustamento” del nostro Sistema Paese.

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