giovedì 24 gennaio 2013

Autoreferenzialità indifferente


di
Francesco Zanotti



Quando gli attori di un sistema (politico, economico etc.) chiuso si combattono tra di loro per conquistare le risorse disponibili, allora perdono la relazione di senso con l’ambiente esterno. Meglio: considerano l’ambiente esterno strumentale alla vittoria.
Il sistema della battaglia elettorale è ovviamente chiuso: i seggi sono quelli che sono. Ed è una battaglia esistenziale: se non si guadagnano seggi, si muore.
Come si combatte quella battaglia?
La risposta è estrapolabile da quanto è successo ieri sera a La7. Dibattito tra Ignazio Marino e Mara Garfagna: riporto a memoria.
Marino: “Uno degli elementi che distingue il Centro-sinistra dal Centro-destra riguarda i diritti civili. Noi siamo per i matrimoni gay .. etc.” La Garfagna ribatte: “Ma guarda che su quel tema le mie posizioni non sono così distanti dalle vostre.”. A questo punto Marino insorge: “E no! Tu sei di Centro-destra e devi sostenere le posizioni di Centro-destra che sono notoriamente anti-diritti civili.”. Straordinario: il fatto di aver individuato un possibile terreno di dialogo costruttivo l’ha mandato in confusione. Il tema dei diritti civili (che è molto di più dei matrimoni gay) era uno strumento di differenziazione che permetteva di caratterizzare negativamente l’avversario. Lo scoprire che l’avversario non la pensava proprio all'opposto  ma si poteva costruire una strada comune verso maggiori diritti, ha generato disorientamento. Gli si leggeva in faccia la delusione. Se l’avversario non la pensa all'opposto (un opposto stereotipato, quasi caricaturale) di come la pensava lui, come faceva a differenziarsi? Come volevasi dimostrare: i problemi sono considerati occasioni di differenziazione per competere sui voti.

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