giovedì 1 novembre 2012

Produrre “cose” nuove in modo nuovo


di
Francesco Zanotti

Leggo sul Sole 24 Ore un articolo di Alberto Orioli, pieno di buon senso … conservativo. Purtroppo (davvero purtroppo?) è necessario costruire un nuovo mondo ed ogni sforzo di conservazione del vecchio mondo aumenta le probabilità che il nuovo mondo nasca solo dopo una catastrofe.
Cosa dice il Nostro? Descrive “Tre segnali per la rotta competitiva”. Non li descrivo in dettaglio perché sono un po’ le cose che tutti riconoscono necessarie, ma che, poi, non si fanno, non si possono fare ... etc. Tipo: competitività, produttività etc. Per fortuna non si parla dell’ipocrita innovazione tecnologica. Ipocrita perché non si dice mai cosa sia. La si lascia a tecnologi e scienziati aspettandosi da loro una qualche miracolosa pietra filosofale che trasformi l’attuale arrugginito e “sferragliante” sistema industriale in oro.
Ecco, a me sembra che tutti i segnali indicati da Orioli, con l’aggiunta dell’innovazione tecnologica, parlino sostanzialmente di sforzi conservativi: orientati a fare funzionare meglio l’attuale sistema industriale.
Io credo che il problema sia quello di generare un nuovo sistema industriale che produca cose nuove in modo radicalmente nuovo.
L’esempio più eclatante è quello dell’auto.
L’oggetto auto, così come è concepita, con tutte le innovazioni incrementali che oggi si immaginano, è un prodotto che interessa sempre di meno. Il suo mercato è destinato a restringersi sempre di più e la competizione ad aumentare. Occorre ripensare integralmente al trasporto individuale, alle tecnologie ed agli “oggetti” che lo permetteranno. Su questa sfida dovrebbero confrontarsi i costruttori, ad affrontare questa sfida dovrebbero stimolarli i media.
Per produrre l’oggetto auto bisognerebbe fare i mille passi avanti oggi possibili rispetto alle attuali metodologie e tecniche produttive che non hanno ancora capito i risultati degli studi fatti dal 1924 al 1936 nello stabilimento di Hawthorne della Wester Electric nell’Illinois. Si immagini se si tiene conto dei progressi delle scienze umane da quegli anni fino ad oggi.
In sintesi, invece di conservare è necessario "scatenare” una nuova progettualità strategica ed organizzativa e fornire a manager ed imprenditori il meglio delle conoscenze strategico organizzative esistenti.
Altrimenti il risultato sarà una coperta che diventa sempre più corta. E questo restringersi degli spazi di potenzialità di futuro si sente in tutto il testo dell’articolo.

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