lunedì 29 ottobre 2012

Tempus fugit e povertà


di
Francesco Zanotti

La necessità di avviare una nuova fase di sviluppo (dai non parliamo di crescita: è troppo volgare e fuorviante) non è contestata proprio da alcuno.
I nostri politici non perdono occasione di dire che di solo rigore si muore e che bisogna … ecco purtroppo loro parlano di crescita, ma per quanto devo dire va bene lo stesso.
Ecco, appunto i politici. Il discorso sul tempo riguarda proprio loro.
Immaginiamo che qualcuno di loro abbia una ricetta (sarebbe meglio un preciso progetto, non una ricetta) per costruire sviluppo. Non ce l’ha nessuno, viviamo di genericità velleitaria quando si tratta di proporre e non più di denunciare, ma supponiamo, proprio per assurdo, che qualcuno ce l’abbia.
Bene, quando potrà metterla in pratica? Calcoliamo il tempo.
Oggi siamo immersi nella stagione delle primarie, poi verranno le elezioni politiche, poi occorrerà formare il Governo, poi occorrerà trasformare questa ricetta in legge da far approvare dal Parlamento … ecco, siamo almeno a luglio del prossimo anno. Ecco, no, poi ci sono le vacanze … allora facciamo settembre con tendenza a slittare ad ottobre.
Calcolo finito: qualunque ricetta per quanto miracolosa sia, se tutto va bene, non potrà essere messa in atto prima di ottobre dell’anno prossimo.
Ma tutto non può andare bene ...
E’ probabile che dalle urne non nasca una maggioranza chiara e compatta, ed allora i tempi di formazione del Governo si allungheranno. E si allungheranno anche i tempi di approvazione di qualunque proposta del Governo da parte di un Parlamento frammentato che non resisterà alla tentazione di snaturare le proposte del Governo.
Mi fermo perché la deriva è chiara: il tempo di realizzazione di una ricetta di sviluppo, che oggi fosse chiarissima nella testa di qualche politico illuminatissimo, rischia di essere molto vicino a “mai”.
Ed arriviamo alla povertà. Voglio raccontare un segno di povertà grave per il presente e devastante per il futuro.
Una scuola professionale della bassa padana ha intrapreso una rivoluzione tecnologica: lavagna elettronica e iPad … Bene, a parte il fatto che esiste solo la tecnologia, ma non i contenuti progettati per essere erogati attraverso di essa, accade che circa la metà degli studenti non ha i soldi per comprare l’iPad e la scuola non ha i soldi per finanziarli … Risultato: emarginazione presente dei ragazzi come fattore di “sviluppo” di una più grave emarginazione futura degli adulti. Immaginate l’umiliazione di questi genitori di fronte ai loro figli, e l’umiliazione dei figli rispetto ai compagni. Ma se le famiglie non hanno i soldi per l'iPad, non hanno i soldi per mille altre cose… Pensate che queste situazioni possano attendere il tempo di un anno che ha molte probabilità di trasformarsi nel tempo del mai?

Bene, che fare allora? Trasformare il momento elettorale in un momento di progettualità per costruire un grande Progetto di Sviluppo del nostro Paese. Un Piano non solo condiviso, ma emozionante, praticabile e ad investimenti bassissimi. Realizzabili anche attraverso Sponsor, quindi a costo zero per lo Stato.
Ma chi, poi, guiderà la realizzazione di questo grande Progetto di Sviluppo? Sarà il processo stesso di costruzione di questo grande Progetto di sviluppo che farà emergere le persone più adatte a realizzarlo.

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