di
Francesco Zanotti

Voglio
provare a fare una proposta. Ovviamente non può che essere “controcorrente” perché
la “corrente” attuale ci sta portando verso un precipizio.
Una proposta
semplice, realizzabile subito ed a costi bassissimi. E’ controcorrente perché parte
dal basso. E’ molto controcorrente perché oggi la tentazione di spostare il “luogo
politico” della soluzione sempre più in alto è quasi irresistibile. Oramai
non è più il Governo: è l’Europa. I giornali sono pieni di cose “decisive” che solo l’Europa può fare. Magari sono cose utilissime, ma, prima che le
faccia, campa cavallo. E il cavallo non campa: non campano le imprese e,
quindi, non campano le famiglie.
Ecco la
proposta dal basso.
Innanzitutto, l’obiettivo da raggiungere: occorre far sì che le imprese aumentino non solo il fatturato, ma anche il margine e la cassa. Ed occorre farlo subito. Ma perché questo accada non serve che il Governo e l’Europa facciano tutte le belle cose che tutti vorrebbero facessero? No! Occorre che le imprese aumentino la loro capacità progettuale. E per far sì che aumentino la loro capacità progettuale occorre fornire loro conoscenze e metodologie avanzate di strategia d’impresa. E’ come moltiplicare la “forza” imprenditoriale delle imprese. Per aiutare le imprese ad acquisire nuove conoscenze e metodologie di strategia d’impresa è necessario l’intervento del sistema bancario. Le banche per prime devono acquisire conoscenze e metodologie avanzate di strategia d’impresa. Così spingeranno le imprese a costruire progetti strategici di grande innovazione imprenditoriale. Mentre oggi le spingono verso processi di ristrutturazione (riduzione di costi e persone) perché sono gli unici progetti che sanno vedere.
Se il
sistema bancario ci si mette, non solo salva la nostra economia, ma se stesso. E’
alle porte la vera crisi profonda: dopo i derivati e i debiti sovrani, i debiti
delle famiglie e delle imprese che le stesse famiglie ed imprese riusciranno a
rimborsare sempre meno. E’ inutile procedere a continue capitalizzazioni. Non c’è
capitalizzazione che possa sopportare la crisi di famiglie ed imprese. Le banche
devono impegnarsi ad aiutare le imprese non solo con i denari, ma anche con la
conoscenza. Nello specifico: nuove conoscenze e metodologie avanzate di
strategia d’impresa.
La vera
difficoltà di questa proposta? Che parte da un cambiamento di noi stessi e
delle nostre conoscenze. E’ una soluzione faticosa: imparare “cose” nuove. E la
tentazione di lasciarsi andare a chiedere il cambiamento degli altri è davvero
irresistibile.
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