di
Francesco Zanotti
I giornali riportano due auspici nati dentro, intorno, all’Assemblea
dei Giovani di Confindustria: la necessità di un Progetto di Futuro per il
nostro Sistema Paese e la necessità di una rivoluzione culturale.
Auspici alti e nobili. Ma vorrei provare ad aggiungere una
qualche sostanza di più.
Un Progetto di Futuro
(che faccia, immagino, da habitat per lo sviluppo di un nuovo sistema
industriale) non può essere solo fatto di Riforme Istituzionali.
Dovrebbe contenere, innanzitutto, la visione specifica, italiana (dal punto di vista delle specificità
del nostro Popolo e della sua Storia), della
situazione del nostro Pianeta e della società umana che lo abita, nelle sue
dimensioni tecnologica, economica, sociale, politica, istituzionale e
culturale.
Dovrebbe, poi, contenere la specifica mission che l’Italia
si vuol dare per costruire il futuro del Pianeta e della comunità umana. Questa
mission dovrebbe essere specificata nelle dimensioni economica (quale
industria, quali sistemi distributivi e di trasporto distribuzione, quale
finanza, quali servizi etc.), sociale (quale sistema di welfare, ad esempio),
politico (quale ruolo vuole avere l’Italia nel processo di “emergenza” di un
nuovo necessario ordine mondiale), istituzionale (come deve essere un sistema
di istituzioni per concretizzare questo nuovo ordine mondiale), culturale (a quale
visione del mondo ci ispiriamo, quale contributo vogliamo dare alla costruzione
di una nuova visione del mondo). E, poi, dovrebbe contenere tutte le cose da
fare per realizzare la mission individuata all’interno della visione della società
umana e della Natura.
Un rivoluzione
culturale non può essere solo la comprensione dei trend di sviluppo delle
attuali tecnologie all’interno dell’attuale visione della scienza. Ma può essere
solo (come declinazione del Progetto di Futuro sopra citato) la costruzione di
una nuova visione della conoscenza, della scienza, della tecnologia e della
ricerca. Oggi conoscenza, scienza, tecnologia e ricerca sono parole alla
ricerca di significati nuovi. Una rivoluziona culturale può essere solo una
proposta per questi nuovi significati.
A valle, nel piccolo, una rivoluzione culturale deve
essere anche la costruzione di una nuova cultura d’impresa che sappia leggere
la complessità dell’impresa stessa, ne “veda” i processi evolutivi e ne
individui le modalità di Governo. Ancora più nello specifico, deve essere la proposta
di una nuova cultura strategica che guidi l’impresa a immaginare progetti
imprenditoriali e non competitivi.
Nessun commento:
Posta un commento