martedì 5 giugno 2012

Di nuovo: il Prof. Monti non può che fallire … purtroppo

di
Francesco Zanotti


Voglio riproporre un post già pubblicato il 17 novembre 2011, quando esisteva un largo consenso al Governo Monti.
La sintesi? Usando una metafora  a me cara: non si può cercare di aggiustare il televisore col martello convinti che sia il teatrino delle marionette.

Le ragioni per le quali ripropongo questo post riguardano il futuro. Dobbiamo cercare di consapevolizzare quali sono le ragioni per le quali il Governo Monti non può che fallire. Così, quando sarà socialmente evidente il fallimento, si potrà discuterne in forme nuove. In modo da evitare che al successore di Monti accada la stessa cosa.

Perché non può che fallire?

Innanzitutto perché il programma che si propone di realizzare non ha nessuna influenza sulle cause della crisi attuale. Non siamo di fronte ad una crisi finanziaria, ma alla crisi di un modello di società. Il programma del nuovo governo non vuole avviare un processo di progettazione di una nuova società, ma vuole cercare di far funzionare meglio la società attuale. Compito impossibile anche (certamente non solo) per banali limiti fisici. La natura non sopporta un’ulteriore crescita dell’attuale società industriale.

Poi, perché la conoscenza da cui parte (l’economia) è una pseudo scienza che vuole scimmiottare, irragionevolmente, la fisica classica. Si tratta di un corpus di conoscenze da ricostruire integralmente. Da ricostruire perché suggerisce azioni di ristrutturazione, invece che di riprogettazione.

Ancora: perché non ha cambiato il metodo di governo. E’ vero che si propone di consultare, far partecipare, ma sono buone intenzioni generiche. Il Governo di una società complessa richiede che chi governa avvii processi di creazione sociale di nuove realtà. Con tutto il rispetto, la formazione e le esperienze del prof. Monti non hanno nulla a che fare con i processi di creazione sociale. Voglio dire che, anche se le cose che vuole fare fossero corrette, non riuscirebbe a farle per “incompetenza processuale”.

Da ultimo non ci riuscirà perché nessun grande sviluppo può nascere da sacrifici (proposti da una classe dirigente che non farà alcun sacrificio) e azioni impopolari. Un grande sviluppo nasce da un movimento di popolo che si incammina verso una nuova storia. E certamente non sarà il prof Monti a risvegliare la voglia di un futuro diverso in un popolo che oggi sembra davvero un volgo disperso.

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