martedì 15 maggio 2012

Agenzie di rating: danni da inadeguatezza

di
Francesco Zanotti


Ho sentito un politico moderato adombrare la teoria del complotto: le agenzie di rating agiscono per qualche misterioso interesse. Hanno troppo potere, allora limitiamoglielo. Controlliamole.
Proposta pericolosa perché mette in scena la tragedia della censura.
Per fortuna essa nasce da un presupposto sbagliato: ipotesi che le agenzie di rating sappiano valutare correttamente i rischi. Ma che poi facciano di questa “competenza” un uso scorretto.

E' un presupposto sbagliato perché le agenzie di rating non hanno metodologie capaci di misurare il rischio. Usano strumenti che funzionano in un mondo stabile o in evoluzione prevedibile. In un mondo in veloce trasformazione servono altri strumenti basati su culture che questa agenzie non conoscono. Il modo migliore per frenare lo strapotere delle agenzie di rating è rivelare l’assoluta inconsistenza dei loro metodi. Rivelare che i loro metodi hanno la stessa efficacia previsional valutativa dei fondi di caffè. Sommergerle con una risata, invece che censurarle. 

1 commento:

  1. Eppure la stragrande maggioranza dei fondi pensione ed ETF, si basa certamente sul giudizio delle agenzie di Rating. Per non parlare degli operatori sui titoli obbligazionari.
    (http://www.forbes.com/sites/brendancoffey/2011/10/26/the-four-companies-that-control-the-147-companies-that-own-everything/)
    In fondo avere delle agenzie che ti dicono come fare potrebbe essere un comodo paravento per non doversi assumere responsabilità di decidere in prima persona, o per nascondere l’incompetenza.
    Siamo comunque d'accordo sulla limitata efficacia di tali strumenti. Ma qui è un problema culturale. Manca la cultura di supporto!
    But when you discuss power in the world markets, the answer isn’t what you think it is
    LD

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