martedì 10 aprile 2012

Per “crescere” occorre un intenso sforzo progettuale …


di
Francesco Zanotti


“La priorità assoluta”, è il titolo di un articolo di Guido Gentili sul Sole 24 Ore di oggi.
Ma se leggete l’articolo trovare una descrizione del perché la crescita è indispensabile, ma poi trovate le solite proposte: tagliare, investire in ricerca e infrastrutture. E l’articolo si conclude con un po’ polemico “Quando si comincia?”.
Dott. Gentili, non si può cominciare perché non si sa dove andare. Le sue tre “direzioni” sono del tutto generiche. Forse anche sbagliate. Tagliare non è mai servito a niente. Occorre guadagnare di più. Certo, allora, la ricerca, ma occorre dire quale ricerca. E, prima, specificare quale scienza deve ispirare questa ricerca. Oggi la scienza, soprattutto le scienze fondamentali (fisica e matematica) vivono una crisi di sviluppo alla quale occorre dare risposte nuove.
Le infrastrutture, certo. Ma ancora una volta: quali? Per decidere quali infrastrutture occorre decidere quale tipo di società e di sviluppo economico.
Allora, invece di appellarsi a ricette generiche ed accusare (poi non si sa chi) di non applicarle occorre avviare uno sforzo progettuale.
A livello complessivo per progettare un nuovo sistema economico ed una nuova società. Noi abbiamo fondato una Associazione che ha elaborato non una proposta di contenuto, ma di processo: come avviare e gestire questo sforzo progettuale. Se vuole ascoltare questa proposta venga a Roma, alla Camera dei Deputati, il 18 maggio dove presenteremo il progetto per l’Expo della Conoscenza. Troverà le indicazioni in questo blog.
Occorre, poi, uno sforzo progettuale a livello di impresa.
Se vuole, convincersene, Dott. Gentili, dia una occhiata alle vision ed alle mission delle società del FTSE della Borsa Italiana e lo confronti con il Funding Prospectus della Sony: http://www.sony.net/SonyInfo/CorporateInfo/History/prospectus.html.
Un caro saluto a lei nella speranza che ci aiuti a convincere tutti che non è momento della denuncia, neanche quello della proposta, ma quello della fatica progettuale collettiva. Perché nessuno da solo è in grado di costruire proposte per una nuova società e per nuove imprese.

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