giovedì 29 marzo 2012

Sta accadendo quello che è accaduto a Berlusconi

di
Francesco Zanotti


Non si può che essere d’accordo con Bersani., quando sostiene che sia i tecnici sia i politici devono stare attenti perché esiste una Italia che può decidere di prendere a schiaffoni sia gli uni che gli altri.

Vorrei aggiungere alcune cose per indicare una modalità di governo diversa da quella utilizzata dal governo attuale.
Una delle conseguenze della modalità di governo “scelta” da Monti è quello di essere riusciti a compattare e motivare un forte dissenso: quattro sindacati che manifesteranno insieme … Chi ha qualche anno di più, sa da dove viene l’UGL e che anni fa la CGIL non avrebbe mai partecipato a nulla insieme a questo sindacato.

E il processo di coagulazione di un forte dissenso proseguirà. Le ragioni sono sistemiche.
Chi in una società complessa afferma di avere la verità (ad esempio: conoscere qual è la miglior struttura del mercato del lavoro), a parte il fatto che dice una sciocchezza, riesce a coagulare persone e movimenti che nella proposta sarebbero diversissimi (quando non in difficoltà per carenza di competenze progettuali), ma che si alleano facilmente nel contrapporsi.

Sistemicamente Monti si sta comportando come Berlusconi. E sta accadendo a lui quello che è accaduto a Berlusconi: iniziale vasto consenso, compattamento degli avversari in un facile antagonismo, blocco all’azione. E’ evidente che la riforma del mercato del lavoro così come presentata dal Governo non andrà in porto.

Una modalità diversa di governo? Scatenare una nuova progettualità dal basso che sappia ridisegnare il nostro sistema economico e sociale. Il ruolo del Governo? Non può essere quello di sviluppare proposte. Tanto meno proposte che si fondano su “conoscenze tecniche” che sono solo modelli di pensiero di un piccolo gruppo di persone che da anni non cambiano i loro modelli mentali di riferimento e, quindi, non possono che considerare verità quello che questi modelli suggeriscono loro. Il ruolo del Governo deve essere, invece, quello di diffondere nuove conoscenze (linguaggi) progettuali e portare a sintesi le diverse progettualità di persone, imprese, movimenti.

Ma sarà impossibile che questo Governo possa interpretare questo ruolo. E’ un Governo di “tecnici”, convinto che l’unica progettualità che conta è la loro. Peccato che si sbaglino, proprio da un punto di vista scientifico.
Concludendo, cari amici lettori, sarebbe davvero un delitto se un Governo decidesse, invece di dispensare verità, di “andare a scuola”? Intendo dire: cercasse di fare proprie quelle conoscenze sistemiche che permetterebbero loro una minore primitività cognitiva e suggerirebbero una modalità di governo meno ingenua? 

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