domenica 1 aprile 2012

Cambiare l’infrastruttura “cognitiva” della società


di
Francesco Zanotti


E’ oramai sempre più evidente che è necessario cambiare radicalmente la società industriale.
E’ necessario cambiare il tipo di manufatti che vengono prodotti, i sistemi produttivi, distributivi e finanziari, le città e le infrastrutture, le modalità di governo. Ma è altrettanto evidente che non lo stiamo facendo. Anzi ci stiamo dannando l’anima per conservare la struttura fondamentale della società industriale. Anche i contestatori si muovono tranquillamente all’interno della società industriale.
Perché questa mancata risposta alle esigenze di cambiamento profondo?
La risposta, secondo me, è la seguente: non cambiamo l’infrastruttura cognitiva della società industriale. Essa è costituita dalla scienza classica. Non mi addentro in spiegazioni di tipo scientifico-epistemologico. Cerco di semplificare: la scienza classica è fondata su due aggettivi: “oggettivo” e “logico”. L’uso ossessivo  e diffuso di questi aggettivi ci costringe ad un pensiero ideologico (la società industriale è l’unica possibile) ed a prassi conflittuali (le diverse visioni della società industriale non possono che scontrarsi). Per riuscire ad immaginare e realizzare una nuova società occorre lasciare la scienza classica a governare gli ambiti in cui è nata e nei quali ha un grande successo: i sistemi “meccanici”. Ed applicare agli altri ambiti del reale (i sistemi umani, dall’impresa alla società tutta) un pensiero di tipo quantistico che propone la via della costruzione sociale.
Chi volesse approfondire questo discorso è invitato alla presentazione dell’Expo della Conoscenza che trova annunciata sopra questo post.


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