l’incompetenza epistemologica e sociale del Governo
di
Francesco
Zanotti
Ma “che ce frega” se il Governo è “epistemologicamente” incompetente? Ci deve importare perché la sua incompetenza epistemologica crea le condizioni per generare conflitti e non certo sviluppo.
Oggi parlo della incompetenza
epistemologica, nei prossimi giorni affronterò anche l’incompetenza sociale.
L’incompetenza sociale è quella che ci “garantisce” che le potenzialità di
conflitto create nella incompetenza epistemologica verranno certamente
realizzate.
Incompetenza epistemologica, dunque.
La convinzione di essere “tecnici” ed occuparsi del sociale è
epistemologicamente infondata. Esistono i tecnici nei sistemi governati da una
conoscenza “algoritmica”. Nei sistemi “semplici” (nei quali, ad esempio, il
tutto è uguale alla somma delle parti) nei quali esiste
una teoria univocamente accettata dalla quale si ricavano previsioni e le soluzioni
migliori. Se si abbandona una pallina lungo un piano inclinato, non ci sono
santi: essa seguirà quello che la seconda legge della dinamica prevede. Se
costruisco una struttura, è la statica che mi dice se starà in piedi o no. Se
devo prevedere il moto delle palline o costruire strutture che stanno in piedi,
è meglio che lasci il compito ai tecnici che conoscono dinamica e statica.
Non è così nei sistemi sociali.
Infatti, nella strutturazione del mercato del lavoro non esistono
soluzioni oggettivamente migliori. Ogni soluzione è ottimale solo all’interno
di una visione dell’impresa e della società.
Per costruire una riforma del lavoro efficace, è necessario costruire
una comune visione della società e dell’impresa. Solo allora si arriverà ad una
soluzione condivisa, praticata ed efficace.
Purtroppo il governo pensa che i sistemi sociali siano come i sistemi
meccanici. Pensa che le soluzioni che ha individuato siano ottimali in
assoluto.
E questo lo porta a giudicare retrograde visioni diverse ed arrivare
a capricci istituzionali del tipo: o fate come dico io o io non gioco più.
Tutti elementi capaci di far scoppiare conflitti in ogni dove.
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