di
Francesco Zanotti
Purtroppo, l’attuale
governo è afflitto da “scientismo banale”. Cioè dalla convinzione che esistano
“soluzioni tecniche” ottimali che solo i tecnici possono progettare
(tecnicamente: calcolare). Poi i tecnici devono spiegare agli incolti la
fecondità di queste soluzioni. Ma se questi non capiscono in tempi brevi,
allora, per il loro bene, si impongono le soluzioni progettate dai tecnici.
Stupidaggini. Questa
visione vale per quella piccola parte di mondo che cade sotto le leggi della
meccanica classica. In quel piccolo mondo hanno ragione le equazioni. Cioè le
soluzioni tecniche.
Negli altri ambiti
naturali (i sistemi più complessi di una pallina ideale che scende lungo un
piano inclinato altrettanto ideale) e nei che mondi umani (l’uomo, le imprese,
le società ect.) non esistono soluzioni ottimali che solo i tecnici possono
progettare.
Ah … per non dare
adito al dubbio che non voglia contrapporre ad uno scientismo banale un
antiscientismo altrettanto banale, dichiaro non ho nulla contro la fisica
classica. Anzi, sono uno degli ammiratori della meraviglia estetica della
sintesi di Maxwell o della meccanica classica in versione hamiltoniana e
lagrangiana. Il problema è che la fisica classica (il cui modello “cognitivo” i
nostri governanti stanno seguendo) non va bene per capire e governare molti
sistemi naturali e, soprattutto, i sistemi umani. Negli ambiti umani esistono
solo soluzioni (percorsi di apprendimento, tipi di società, strategie
aziendali) sociali. Cioè soluzioni che sono socialmente condivise. Le altre,
banalmente, non sono soluzioni. Poi è possibile aumentare la qualità delle
soluzioni sociali. Anzi è doveroso farlo.
Sempre per non fare
pensare che sia un fautore delle “Humanities” contro la brutalità della
scienza, ricordo che stiamo tentando (all’interno della Associazione per l’Expo
della Conoscenza) di sviluppare una nuova “sistemica
quantistica” che si guarda bene dal rifiutare le conoscenze scientifiche. Solo
non si limita ad assolutizzare la fisica classica.
Cosa accade se si
persegue con incrollabile fede uno scientismo banale? Semplice: non si risolve
nulla, ma si scatenano conflitti. Di quella durezza che solo le ideologie
riescono a raggiungere.
Posto anche qui il commento che ho inserito sulla pagina FB di Expo della conoscenza:
RispondiEliminaCondivido le considerazioni sulla cultura "obsoleta" del governo, sulla inadeguatezza della scienza classica e sull'urgenza di uno sguardo diverso su ciò che chiamiamo realtà e conoscenza dell'uomo e del mondo.
Ma ciò implica e richiede una rivalutazione e una ricerca di collocazioni filosofiche diverse da quelle che hanno condotto allo "scientismo banale".
In questo senso, vada per le precisazioni di ammirazione verso la scienza classica (totalmente condivisibili) ma non capisco cosa porta a contrapporre le "Humanities" alla scienza. Probabilmente perchè le "Humanities" cui si pensa sono oggi controfigura dello "scientismo banale", giocando anche loro sullo stesso piano, "chiuse" nel proprio interno quando invece dovrebbero uscire insieme e tornare a riguardare il mondo, l'uomo le cose.
Se è così sono perfettamente d'accordo: abbiamo bisogno di una nuova scienza e per questo, insieme, abbiamo bisogno di nuove "Humanities".
Caro Salvatore,
RispondiEliminavale quello che hai scritto dopo il "probabilmente". Togli pure il "probabilmente". Tu scrivi: "Abbiamo bisogno di una nuova scienza e per questo, insieme, abbiamo bisogno di nuove "Humanities" ". Condivido totalmente. Anche perchè troppe scienze umane rischiano ancora di scimiottare la scienza "classica" in campi nei quali non c'entra nulla. Grazie del commento
F