mercoledì 14 marzo 2012

Lo “scientismo” banale del Governo

di
Francesco Zanotti



Purtroppo, l’attuale governo è afflitto da “scientismo banale”. Cioè dalla convinzione che esistano “soluzioni tecniche” ottimali che solo i tecnici possono progettare (tecnicamente: calcolare). Poi i tecnici devono spiegare agli incolti la fecondità di queste soluzioni. Ma se questi non capiscono in tempi brevi, allora, per il loro bene, si impongono le soluzioni progettate dai tecnici.
Stupidaggini. Questa visione vale per quella piccola parte di mondo che cade sotto le leggi della meccanica classica. In quel piccolo mondo hanno ragione le equazioni. Cioè le soluzioni tecniche.
Negli altri ambiti naturali (i sistemi più complessi di una pallina ideale che scende lungo un piano inclinato altrettanto ideale) e nei che mondi umani (l’uomo, le imprese, le società ect.) non esistono soluzioni ottimali che solo i tecnici possono progettare.


 Ah … per non dare adito al dubbio che non voglia contrapporre ad uno scientismo banale un antiscientismo altrettanto banale, dichiaro non ho nulla contro la fisica classica. Anzi, sono uno degli ammiratori della meraviglia estetica della sintesi di Maxwell o della meccanica classica in versione hamiltoniana e lagrangiana. Il problema è che la fisica classica (il cui modello “cognitivo” i nostri governanti stanno seguendo) non va bene per capire e governare molti sistemi naturali e, soprattutto, i sistemi umani. Negli ambiti umani esistono solo soluzioni (percorsi di apprendimento, tipi di società, strategie aziendali) sociali. Cioè soluzioni che sono socialmente condivise. Le altre, banalmente, non sono soluzioni. Poi è possibile aumentare la qualità delle soluzioni sociali. Anzi è doveroso farlo.
Sempre per non fare pensare che sia un fautore delle “Humanities” contro la brutalità della scienza, ricordo che stiamo tentando (all’interno della Associazione per l’Expo della Conoscenza) di sviluppare una nuova “sistemica quantistica” che si guarda bene dal rifiutare le conoscenze scientifiche. Solo non si limita ad assolutizzare la fisica classica.
Cosa accade se si persegue con incrollabile fede uno scientismo banale? Semplice: non si risolve nulla, ma si scatenano conflitti. Di quella durezza che solo le ideologie riescono a raggiungere.


2 commenti:

  1. Salvatore Sidoti Migliore14 marzo 2012 alle ore 21:54

    Posto anche qui il commento che ho inserito sulla pagina FB di Expo della conoscenza:
    Condivido le considerazioni sulla cultura "obsoleta" del governo, sulla inadeguatezza della scienza classica e sull'urgenza di uno sguardo diverso su ciò che chiamiamo realtà e conoscenza dell'uomo e del mondo.
    Ma ciò implica e richiede una rivalutazione e una ricerca di collocazioni filosofiche diverse da quelle che hanno condotto allo "scientismo banale".
    In questo senso, vada per le precisazioni di ammirazione verso la scienza classica (totalmente condivisibili) ma non capisco cosa porta a contrapporre le "Humanities" alla scienza. Probabilmente perchè le "Humanities" cui si pensa sono oggi controfigura dello "scientismo banale", giocando anche loro sullo stesso piano, "chiuse" nel proprio interno quando invece dovrebbero uscire insieme e tornare a riguardare il mondo, l'uomo le cose.
    Se è così sono perfettamente d'accordo: abbiamo bisogno di una nuova scienza e per questo, insieme, abbiamo bisogno di nuove "Humanities".

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  2. Caro Salvatore,
    vale quello che hai scritto dopo il "probabilmente". Togli pure il "probabilmente". Tu scrivi: "Abbiamo bisogno di una nuova scienza e per questo, insieme, abbiamo bisogno di nuove "Humanities" ". Condivido totalmente. Anche perchè troppe scienze umane rischiano ancora di scimiottare la scienza "classica" in campi nei quali non c'entra nulla. Grazie del commento
    F

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