di
Francesco Zanotti
Non è un problema di qualità personali. Tutti coloro che
vogliono costruire da soli il futuro vengono spernacchiati. Ma non è un
problema di qualità personali. E’ un’inevitabilità sistemica. Chi di decisionismo
ferisce di ridicolo perisce. A tutti i livelli del vivere collettivo.
Il caso più eclatante è
Trump. Ha le idee chiarissime (non discutiamo se giuste o sbagliate), è un uomo
di grande volontà ed energia. Ma nei primi cento giorni ha incassato più
sconfitte che … ecco quasi solo sconfitte.
Ma anche Renzi non ha scherzato
in fatto di decisionismi impotenti. E ultimamente, vedi il caso Alitalia, ci
sono cascati anche i sindacati nella tentazione di scegliere per gli altri.
Scrivevo che la ragione non
sta nelle incapacità personali, ma in una inevitabilità sistemica. Cerco di
spiegarla brevemente.
Il decisore seriale pensa
che la sua visione delle cose sia quella corretta e cerca di usare il potere legittimamente
conseguito, per realizzarla.
Ora ogni persona “ragiona”
(immagina, progetta, sceglie) usando le risorse cognitive di cui dispone. Purtroppo
i decisori seriali, proprio perché sono tali, non hanno il tempo per arricchire
il patrimonio di risorse cognitive di cui dispongono e la società diventa
sempre più complessa. Il combinato disposto di queste due tendenze è che le
scelte che operano, invece che universali, sono molto parziali. Allora non
possono che scatenare la reazione di tutti coloro che non le condividono. E non
importa se il giorno prima di hanno votato alla Presidenza degli Stati Uniti.
Le stesse dinamiche si
sviluppano all’interno dei partiti. Domenica sapremo chi sarà il Segretario
designato del PD. Ma questa designazione comporta una scelta tra persone che, per
farsi scegliere devono contrapporsi. Già di per sé sono persone che hanno
sistemi di risorse cognitive “semplici” con i quali solo visioni parziali possono
sviluppare, ma il confronto elettorale li costringe a semplificarle ulteriormente:
si vincono le elezioni con slogan.
Allora, per definizione, chi
vince rappresenterà solo formalmente tutti perché per vincere è stato costretto
a escludere legittimità alle idee degli altri. Il risultato sarà un aumento
della conflittualità interna. E nuove scissioni. Come è accaduto allo sconfitto
Bersani che alla fine si è preso la sua rivincita uscendo dal PD.
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