giovedì 23 marzo 2017

Terrorismo: al di là della indignazione … da subito

di
Francesco Zanotti

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Per carità, l’indignazione è nel cuore di tutti. Anche la manifestazione sociale di questa indignazione è doverosa. Ma l’indignazione non basta. Servono gesti di pace ed una nuova progettualità sociale. Senza queste “cosa” l’indignazione può anche essere controproducente.

A livello personale servono gesti di pace: tutti quelli che manifestano contro il terrorismo devono eliminare dalla loro vita ogni conflitto. Chi li vede sfilare deve sentirli come campioni di pace che seminano ogni giorno nella loro strada gesti di pace. Quando tradiscono … quando tradiamo la nostra vocazione di uomini di pace contribuiamo anche noi a costruire la cultura e la pratica dell’odio.
Ma il livello personale non basta. A livello sociale dobbiamo passare dalla cultura e dalla prassi del potere alla cultura ed alla prassi della progettualità sociale. Innanzitutto ne abbiamo bisogno. La nostra società ha chiuso il suo ciclo storico e l’insistere nel cercare di negare questa realtà costituisce una violenza verso l’Uomo e la Natura. Dobbiamo, quindi, progettare socialmente (si tratta concettualmente di un processo di emergenza consapevole) un nuovo modello di economia e di società. E, poi, la progettualità sociale offre spazi di autorealizzazione positiva che sono certamente più attraenti degli spazi di autorealizzazione distruttiva offerti dal terrorismo. Oggi è la voglia di autorealizzazione il vero motore dei comportamenti. Saranno comportamenti di pace solo se le persone vivranno una forte ed intensa stagione di progettualità sociale che significa scrivere insieme solidarmente la nostra storia futura comune.
Se mancano gesti di pace all’interno di una società mobilitata da una alta e forte progettualità sociale, l’indignazione suona “falsa”. Diventa la difesa urlata di una società ingiusta che cerca di sopravvivere malgrado una ingiustizia che diventa ferocia quando si rifiuta di sfamare i figli della Terra. Diventa, quindi, stimolo e giustificazione di una autorealizzazione distruttiva di cui il terrorismo e il suicidio sono le manifestazioni estreme.


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