di
Francesco Zanotti
La soluzione è semplicissima:
la BCE stampa tutta la moneta che serve per un gigantesco piano di ristrutturazione
delle aree terremotate e la fornisce come dono. Ne faremo una costellazione di
borghi da suscitare meraviglia nel mondo.
Mi immagino le razioni alla
mia proposta: a è una assurdità economica.
E, invece non lo è!
Non vi è nessuna legge economica
che la vieti. Innanzitutto per il semplice motivo che non esistono leggi economiche
in generale. In particolare, perché non esistono algoritmi in grado di
dimostrare che regalando soldi per costruire un grande progetto accada qualcosa
di indesiderabile. Neanche si riesce a fare una lista delle accadimenti indesiderabili
che si potrebbero verificare. Mentre la lista dei benefici è lunghissima.
Il rifiuto ad, almeno,
discutere la mia proposta sarebbe solo frutto di pregiudizi: di tutti quelli
che cercano di immaginare una teoria economica modellata sul modello della
fisica classica. Purtroppo senza esserne consapevoli. Detto tecnicamente:
pensano che esista una densità di lagrangiana da integrare su tutto il sistema
economico e poi usare il principio di minima azione per cercare la posizione di
equilibrio complessivo (la stabilità) da perseguire. Questo fantomatico punto
di equilibrio complessivo non esiste. Se esistesse non sarebbe calcolabile. E
la Natura, la Storia e tutti i diseredati che in quell’equilibrio soffrono lo
distruggerebbero.
Io sto facendo tutto il
possibile perché la mia proposta sia almeno discussa ... datemi una mano. Che
razza di pase è quello che costringe la gente a immani sofferenze solo per
pregiudizi teorici?
Volentieri condivido questo "appello", la speranza è che si cambi rotta ma sarà dura, molto dura. Non penso che vedremo un vero cambiamento in tal senso.
RispondiEliminaNel complimentarmi per la Sua pregiata iniziativa, mi permetto di svolgere con Lei alcune riflessioni. Le conclusioni cui perviene sollevano un autentico dilemma sociale: da un lato vi è la Teoria economica, incentrata su un concetto astratto di equilibrio,di cui,senza dati,non sa(e non può dare) giustificazione empirica alcuna;dall’altro,vi sono i processi reali di diffusione delle conoscenze,di coordinamento dei piani individuali(ad es.imprenditori e burocrati) che costituiscono l’originaria giustificazione ed il fondamento implicito della stessa teoria,ma che non possono esservi formalmente incorporati.Questa situazione dilemmatica,senza un approccio incentrato,in prims,sulle azioni logiche ed illogiche degli agenti,è apparentemente senza vie di uscita.La comunicazione che da essi discende,quale elemento ultimo del sistema cui ineriscono non permetterebbe di cogliere compiutamente la sintesi delle sue tre selezioni: I) emissione, cioè l’atto del comunicare (chi e con chi,come,quando e con quali fini); 2) informazione (insieme dei dati e delle azioni iniziali);3) comprensione(conoscenza)della differenza tra emissione ed informazione.In altri termini,è come se un’azienda continuasse a rimediare ai virus presenti nei suoi sistemi,senza però implementare un adeguato Sistema di Gestione della Sicurezza delle Informazioni.
RispondiEliminaEsiste una possibile soluzione :se i processi reali non possono risolversi con i soli strumenti della teoria economica,bisogna rinunciare ad essa e sostituirla con un altro sistema teorico più pratico;e dato che la teoria economica pura si fonda sul concetto di equilibrio, bisogna rinunciare anche a questo concetto e sostituirlo con un altro che non presenti gli stessi problemi.Questo concetto alternativo è il concetto di ordine sociale (HAYEK e LUHMANN).Un concetto molto più flessibile di quello di equilibrio.Un ordine sociale è,in primis, una struttura relazionale qualitativa a cui possono corrispondere relazioni quantitative molto diverse,non rigide ed insensibili come quelle economiche da Lei acutamente denunciate(non vi sarebbe alcuna legge in grado di limitare l’emissione di moneta per far fronte,non solo ai danni strutturali di una calamità, ma anche a quelli individuali cognitivi di un’intera comunità).
Inoltre,se da una parte si rivelerebbe possibile asserire che in tal modo l’ordine sociale si preserverebbe attraverso un processo di aggiustamento e di cambiamento(nel caso di ripristino delle condizioni di vita di intere famiglie),non è invece possibile asserire la stessa cosa per uno stato di equilibrio economico;laddove si componesse ed operasse proprio con riguardo ai continui aggiustamenti quantitativi(limiti di moneta) che dovrebbero porre in essere gli stessi agenti (all’ Aquila è la burocrazia a decidere.Quali effetti? ) .
In questo modo,tramite il senso e l'evoluzione sociale culturale (LUHMANN) l’ordine sociale potrebbe rivelarsi compatibile anche con una situazione di disequilibrio;anzi,sotto una prospettiva sistemica, la compresenza di un certo grado di disequilibrio potrebbe rivelarsi indispensabile per il ripristino e la conservazione dell’ordine stesso,cosa che è impossibile dirlo facendo ricorso all’equilibrio economico.
E se è la burocrazia a limitare il tutto (quella egoista,cinica ed opportunista, piegata ai voleri del politico),con una proposta di una sua concezione più ristretta e qualificata, si potrebbe produrre una sorta di slittamento del pensiero Hayekano a quello Luhmanniano: dalle affermazioni sul carattere «parziale» del sistema politico,che nelle società complesse e differenziate non può indirizzare l’insieme del sistema sociale e deve rispettare l’autonomia degli altri sottosistemi,si giungerebbe alla riformulazione in termini di teoria sistemica delle tesi sulla deregulation. In questo modo potrebbe assistersi ad una parabola del funzionalismo sistemico nella prospettiva, oltre che di maggiore Libertà e Legalità, anche di maggiore Efficienza ed Umanità del rapporto fra Politica e Popolazione. Il che non farebbe male alla nostra Democrazia.
Con stima
R.P.
Caro Roberto, grazie per il suo importante commento. Come può vedere, se da' un'occhiata alla parte destra del blog vedrà che siano anche noi Luhmanniani, anche se parzialamente. Cioè, pensiamo che Luhmann spieghi molto bene cosa sta accadendo, ma meno bene perchè è accuaduto e soprattutto come si può governare una società fatta di sistemi autopoietici, grandi e piccoli, in accoppiamento strutturale. Aspettiamo ancora qualche giorno per vedere se riusciamo a raccogliere qualche altro commento .. anche se non nutro grandi speranze al riguardo. FZ
RispondiEliminaHa espresso con estrema sintesi pregi e limiti di un grande approccio quale quello sistemico.
EliminaSemplificare LUHMANN facendolo decorrere dal dato e dai fatti della quotidianità, cioè dalle relazioni fra dati, fatti e uomini fra loro, potrebbe contribuire a scoprire più agevolmente il valore di uno studioso unico nel suo settore. In questo vi è da sperare che la Sua traduzione serva ,una volta per tutte, a creare, non una moda luhmanana, perché di essa penso che non ve ne sia bisogno in Italia, ma una seria riflessione su di un pensatore che, con la Sistemica di von Bertalannfy (e Minati in Europa ed in Italia), tanto ha detto e tanto ha ancora da dire, soprattutto a coloro che di lui e del movimento non condividono posizioni né intellettuali né politiche.
Per farlo vi è,però, bisogno di tanta apertura sistematica. Diversamente il rischio è quello di perdere, come sofferto dall’amico von Bertalannfy, pensatori del calibro di von HAYEK.
L’esempio eclatante è quello di un altro grande pensatore “sistemico”, l’ americano David Easton. Non mancò mai di riconoscere il valore scientifico di un ‘economista “individualista” quale il premio Nobel per l’Economia ‘86 James Buchanan; evidenziando in ciò le analogie del concetto di equilibrio (Buchanan) con quelle inerenti la sua “grande idea “di Sistema politico. Easton denunciò quanto fosse inconcepibile che un esperto quale Buchanan, maestro nell’uso di strumenti matematici, non potesse essere dichiarato idoneo ad elaborare dei rapporti logici complessi fra variabili e linea politica.
Stesso discorso fece Buchanan, allorquando riconobbe il valore dell’approccio sistemistico, immaginando quanto le preferenze individuali possano raccogliersi in decisioni collettive da una "scatola nera", il sistema elettorale
L’onestà intellettuale di questi due grandi pensatori è unica. Essa, al pari di Luhmann e von Hayek, costituisce il primo stadio di sviluppo di ogni analisi e, solo dopo, di separazione fra uno schema all’altro ,a seconda dei tempi e dei luoghi, non delle posizioni preconcette imposte in nome di una qualche “semplificazione della realtà”.
Purtroppo ,ancora oggi, l’ibridazione fra i due metodi (individualismo e sistemica) ,sia in campo politico sia economico, non produce alcun effetto positivo. Molti scienziati persistono nell’infettare ogni sede di confronto con astruse formule matematiche oppure concetti astratti,distanti dalla realtà, incomprensibili ai più, perdendo in ciò il vero senso dell’azione umana, unica fonte di differenziazione fra Sistema ed ambiente.
I tempi per cambiare sono maturi. Ed in questo senso, il Suo libro costituisce certamente un passo avanti verso la strada, non solo di una maggiore comprensione, ma anche di una migliore semplificazione e selezione fra metodi ed autori diversi.
Per questo ringrazio io a Lei e Le rinnovo i miei complimenti
R.P.
Grazie ancora delle osservazioni precise e puntuali e dei complimenti. Solo una precisazione: la traduzione non è mia ma di Lorenzo e Luciano Martinoli. Io ho scritto la corposa appendice.
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