di
Francesco Zanotti
Presidente ApEC
La proposta
politica di Donald Trump è semplice a comprendersi e descriversi.
E’
la proposta di un governo sostanzialmente autoritario perché si sa cosa bisogna
fare e occorre liberarsi da ogni interferenza per farlo in fretta. E di chiusura:
lasciamo il male fuori dai nostri confini.
Messaggio
semplice che viene compreso è supportato facilmente. Fa vincere elezioni e
referendum.
Il
problema è che, poi, c’è la realtà che è tutt’altro che semplice. E chiede a chi
vince elezioni o referendum di compiere scelte che non hanno avuto cittadinanza
nei manifesti mediatici e nei comizi delle campagne elettorali. Allora il
leader elettorale duro e puro della campagna elettorale o cerca di diventare un
dittatore o inizia a fare sciocchezze. Speriamo che Trump almeno non voglia esercitarsi
a fare sciocchezze con l’arsenale nucleare USA.
Non
è, però, che la sua avversaria sia titolare di una proposta tanto meno
primitiva.
Perché
siamo arrivati a dover scegliere tra banalità che cercano disperatamente di
differenziarsi con le urla e le invettive?
Perché
nessuno ha cercato di rendere disponili alle classi dirigenti nuove risorse
cognitive, capaci di cogliere e progettare complessità.
Quando
si parla di cultura si parla solo di musei o di scoperte scientifiche che nell’immaginario
collettivo non sono diverse dalla magia: vengono da quei misteriosi e superiori
individui che sono gli scienziati.
Le risorse
cognitive non sono oggetto di apprendimento e risultato di riflessione e
progettualità. Poveri noi ... O forse no, perché possiamo rientrare nella
grande e misericordiosa categoria di vanno perdonati perché non sanno quello
che fanno
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