sabato 23 luglio 2016

Quando si prende in mano il mitra …

di
Francesco Zanotti
Presidente ApEC


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L’esecrazione da parte di classi dirigenti che non fanno nulla per capire è esecrabile.
Che tristezza (indignante) vedere classi dirigenti che si rifiutano di guardare approfondire … Che si rifiutano di cercare di capire perché qualcuno (sempre più spesso) imbraccia un mitra e spara crudelmente e irragionevolmente.
Proviamo a fare vedere come approfondendo si creano scenari diversi …

Oggi l’esigenza fondamentale delle persone è quella di autorealizzarsi socialmente.
Quali spazi di autorealizzazione vi sono oggi per i giovani soprattutto?
Esiste l’autorealizzazione competitiva del fare carriera nei diversi ambiti (economico, politico, istituzionale) che, però, strutturalmente, include pochi (i vincitori) e emargina molti.
Purtroppo questa modalità di autorealizzazione non funziona neanche per i pochi. I pochi vincenti sono le classi dirigenti che, però, per il modo in cui si sono formate non possono che chiudersi auto referenzialmente. Ad esempio, non possono attribuire rilevanza alle risorse cognitive perché il loro vincere deve per forza essere dovuto a loro caratteristiche intrinseche che li rendono ontologicamente migliori. Ne fanno dei talenti. Se esistessero fattori esterni come le conoscenze che potessero migliorare la qualità intrinseca delle persone, il mito dell’essere speciali dei talenti naufragherebbe. I meccanismi di selezione privilegiano personaggi narcisistici, incapace di crescere in virtù e conoscenza.
Ma almeno gli appartenenti alle classi dirigenti sono pienamente autorealizzati? sono felici? Credo di no perché la competizione è continua e posso sempre essere emarginati. Esiste la difesa collusiva: si creano reti di relazioni che proteggono e perpetuano. Ma non sono eterne.
Dal punto di vista della vita della collettività, del servizio alla collettività queste classi dirigenti sono un disastro. I problemi della collettività sono solo una ulteriore occasione di auto rappresentazione. Una ulteriore occasione di auto rappresentazione della propria eccellenza che non può che manifestarsi in retorica.
Il sistema dei media rende ancora veloce e definitivo il processo di auto isolamento delle classi dirigenti perché premia il narcisismo e lo copia.

E per le moltitudini che perdono o non vogliono giocare la competizione della carriera?
Il desiderio di autorealizzazione rimane … come soddisfarlo? La via regia è quello della partecipazione alla costruzione del futuro, ma essa è preclusa per le seguenti ragioni
La prima è il continuo “complessificarsi” della realtà. Per comprenderla, primo passo per progettarne il cambiamento, occorrerebbe disporre di risorse cognitive più avanzate. Ma oggi la conoscenza è considerata solo uno strumento per vincere la competizione scolastica ed acquisire qualche punto nella competizione carrieristica. Oppure come gloria museale.
La seconda è che le classi dirigenti non sanno governare progettualità. Pensano che l’essenza del governare sia il potere e, quindi, pensano che il coinvolgimento progettuale coincida con la perdita di potere.
Tutto questo porta ad una società dove non solo non vi nessuno spazio di auto realizzazione positiva, ma il disagio aumenta continuamente per l’ignavia sostanziale di classi dirigenti auto riferite che vedono i problemi come occasione di auto realizzazione. E che ora, essendo spaventate, cercano solo di difendersi.
Ed allora cosa rimane per auto realizzarsi?  Per un crescente numero di giovani che dispongono di risorse cognitive scarse e vivono disagi profondi quella di prendere il mitra e sparare contro un mondo che non li educa, ma li emargina.

Forse anche con un inconsapevole piacere di primitiva giustizia ispirata alla legge del taglione.

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