di
Francesco Zanotti
Presidente ApEC
Mi rendo conto che sto
proponendo una tesi “non ortodossa”. Ma rischiare nuove analisi e nuove
proposte è molto meglio che immergersi in una retorica stantia.
Come sono nate le Brigate
rosse? Da un terreno fecondo: il modello di società che era stato costruito nel
dopoguerra veniva sempre più assolutizzato. Ma proprio questa assolutizzazione
gli faceva perdere di senso. In sostanza: proponeva benessere al prezzo di un
annullamento identitario nel lavoro.
In questo perdere di senso
di un modello sociale sono emersi attori sociali che si sono rifiutati di
accettare questa deriva.
Il sistema cognitivo di
questi contestatori era, però, troppo povero per riuscire a passare dalla
protesta alla proposta. E le imprese e lo Stato non sono riusciti a cogliere il
degenerare del modello di società e l’esigenza di nuove proposte.
Allora il conflitto è
deflagrato intenso. Lo ha aggravato la difesa dei nostri valori. L’ha risolto
il processo spontaneo di emersione di una nuova società che ha rivelato l’assurdità
sia della difesa che dell’attacco.
Oggi si stanno sviluppando
le stesse dinamiche. Esiste la società occidentale che non vuole rendersi conto
che è stata certamente grande, ma oggi sta perdendo di senso. Esiste chi vuole
combattere la società industriale usando sistemi cognitivi del tutto
insufficienti. Non manca neppure la retica dei valori, anche se tanto più li
sentono, tanto più ne appare la
retoricità. Come la “democrazia”: un concetto che oramai è come il “tempo” per
Sant’Agostino. Sai cosa è quando non te lo chiedi. Appena ti chiedi cosa sia il
tempo, ti accorci che non lo sai.
Cosa fare? Il problema sarà certamente
risolto dall’emergere spontaneo di una nuova società. Ma se attendiamo che
questo accada il costo sarà una serie di tragedie molto più drammatiche di
quelle generate dalla Brigate rosse sembra.
Allora occorre attivare una
nuova progettualità sociale per avviare consapevolmente e l più velocemente
possibile l’emergere della nuova e necessaria società.
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