di
Francesco Zanotti
Oggi sul Sole 24 Ore Sergio Fabbrini parla del Consiglio
Europeo che si terrà oggi.
Due sono i temi: cosa fare per evitare l’uscita della Gran Bretagna dall’UE e cosa fare di fronte ai flussi migratori.
Due sono i temi: cosa fare per evitare l’uscita della Gran Bretagna dall’UE e cosa fare di fronte ai flussi migratori.
Fabbrini dice che per prendere grandi decisioni servono
grandi leader e sommessamente pensa che oggi non ce ne siano sulla piazza.
Ora, prima di tutto, cambierei le parole: non servono
grandi decisioni, ma grandi progetti. Decidere non è progettare: sono due
operazioni cognitive radicalmente diversa. Ma sorvoliamo … anche se non si
dovrebbe.
La cosa più importante da far notare, pensando a Luhmann,
è che la grandezza del leader non conta nulla. La dinamica politica dei Vertici
che devono decidere (progettare dico, io) fa sì che le decisioni siano inevitabilmente
irrilevanti. Infatti, sono il risultato degli scambi comunicativi all’interno
del gruppo che deve decidere. Sono una fotografia dell’equilibrio interno al
gruppo di coloro che decidono. Ed è difficile che una decisione che rappresenta
un equilibrio interno ad un gruppo abbia
un influenza prevedibile all’esterno.
Pensate alla danza della pioggia. Fa piovere? No! Se cambiate
tipo di danza la pioggia si decide a scendere? Ovviamente, no!
Allora i lavori di ogni gruppo di Vertice sono sempre
danze della pioggia. Un leader forte può cambiare il tipo di danza, ma la
pioggia se ne frega.
Cioè: i guai per risolvere i quali ci si è riuniti non
trovano soluzione.
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