domenica 28 febbraio 2016

Il Papa, la Confindustria e la conoscenza

di
Francesco Zanotti
Presidente ApEC

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Ovviamente non c’ero, ma dai giornali mi sembra di aver colto un fondo di grande emozione e di voglia di “bontà” nell’incontro tra Papa Francesco e Confindustria. Lasciatemi usare questa parola antica ed un po’ intimista per indicare un sentimento personale di retta e profonda voglia di bene.
Ma, nello stesso tempo, dai resoconti dei giornali non si fatica a cogliere una tensione tra l’ideale e il contingente. Sì, tutti vogliamo (e credo che il desiderio sia profondo e per nulla strumentale) ... lasciatemi usare un’altra espressione un po’ intimista, ma da rivalutare .. vogliamo un nuovo e diverso bene comune. E tanti industriali lo hanno sempre voluto e negli anni del boom costruito. Già Pasquale Gallo Direttore generale dell’Alfa Romeo nel primo dopo guerra si chiedeva: “Ma dovremmo fare industria sulla miseria degli italiani?”.
Ma ora questo bene comune sembra diventare sempre più difficile. Sintetizzo una possibile obiezione: “Ma come faccio a dare un contributo al bene comune quando la mia azienda non produce cassa e non riesco neanche più a pagare non solo gli operai, ma neanche le tasse?”.
Io credo che Papa Francesco, abbiamo individuato il problema e, così, facendo ha indicato la soluzione, nella sua Laudato sì: “Il problema è che non disponiamo ancora della cultura necessaria per affrontare questa crisi”.
Si costruisce sviluppo quando si costruisce anche una nuova visione della società. Oggi noi non costruiamo sviluppo perché non abbiamo nessun modello sociale di riferimento. E non abbiamo le risorse cognitive necessarie per comprendere che la sfida è proprio questa ed affrontarle.
Mi devo correggere: queste risorse cognitive mancano alle classi dirigenti, ma sono disponibili nella società.
Allora se veramente le classi dirigenti attuali vogliono coniugare il bene con il contingente devono fare una cosa semplicissima. Mettersi a “studiare”. Cioè appropriarsi di risorse cognitive indispensabili ma che non sono nella loro disponibilità. I nostri blog oramai sono una sorta di enciclopedia di risorse cognitive non utilizzate, ma preziosissime. Abbiamo ora anche iniziato a pubblicare libri …
Ma non siamo sempre a contrapporre ideale e concretezza dei problemi? No! Perché proprio gli industriali possono pensare di tornare a produrre ricchezza solo attivando una nuova progettualità strategica. E per farlo servono risorse cognitive di cui non dispongono: le conoscenze e le metodologie di strategia d’impresa. Solo se le acquisiranno e le useranno ritorneranno a produrre concretamente ricchezza, cioè cassa.



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