di
Francesco Zanotti
Presidente ApEC
Ovviamente non c’ero, ma dai
giornali mi sembra di aver colto un fondo di grande emozione e di voglia di “bontà”
nell’incontro tra Papa Francesco e Confindustria. Lasciatemi usare questa
parola antica ed un po’ intimista per indicare un sentimento personale di retta
e profonda voglia di bene.
Ma, nello stesso tempo, dai
resoconti dei giornali non si fatica a cogliere una tensione tra l’ideale e il
contingente. Sì, tutti vogliamo (e credo che il desiderio sia profondo e per
nulla strumentale) ... lasciatemi usare un’altra espressione un po’ intimista,
ma da rivalutare .. vogliamo un nuovo e diverso bene comune. E tanti
industriali lo hanno sempre voluto e negli anni del boom costruito. Già
Pasquale Gallo Direttore generale dell’Alfa Romeo nel primo dopo guerra si
chiedeva: “Ma dovremmo fare industria sulla miseria degli italiani?”.
Ma ora questo bene comune sembra
diventare sempre più difficile. Sintetizzo una possibile obiezione: “Ma come
faccio a dare un contributo al bene comune quando la mia azienda non produce
cassa e non riesco neanche più a pagare non solo gli operai, ma neanche le
tasse?”.
Io credo che Papa Francesco,
abbiamo individuato il problema e, così, facendo ha indicato la soluzione, nella
sua Laudato sì: “Il problema è che
non disponiamo ancora della cultura necessaria per affrontare questa crisi”.
Si costruisce sviluppo
quando si costruisce anche una nuova visione della società. Oggi noi non
costruiamo sviluppo perché non abbiamo nessun modello sociale di riferimento. E
non abbiamo le risorse cognitive necessarie per comprendere che la sfida è
proprio questa ed affrontarle.
Mi devo correggere: queste
risorse cognitive mancano alle classi dirigenti, ma sono disponibili nella
società.
Allora se veramente le
classi dirigenti attuali vogliono coniugare il bene con il contingente devono
fare una cosa semplicissima. Mettersi a “studiare”. Cioè appropriarsi di
risorse cognitive indispensabili ma che non sono nella loro disponibilità. I
nostri blog oramai sono una sorta di enciclopedia di risorse cognitive non
utilizzate, ma preziosissime. Abbiamo ora anche iniziato a pubblicare libri …
Ma non siamo sempre a contrapporre
ideale e concretezza dei problemi? No! Perché proprio gli industriali possono
pensare di tornare a produrre ricchezza solo attivando una nuova progettualità
strategica. E per farlo servono risorse cognitive di cui non dispongono: le conoscenze
e le metodologie di strategia d’impresa. Solo se le acquisiranno e le useranno
ritorneranno a produrre concretamente ricchezza, cioè cassa.
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