di
Francesco Zanotti
Si intende ovviamente, la possibilità che un computer digitale possa simulare le prestazioni cognitive dell’uomo.
Ora il primo problema è che
non sappiamo descrivere esattamente (forse neanche genericamente) quali siano
le prestazioni cognitive dell’uomo. Si riescono a descrivere decentemente solo
operazioni molto semplici come ad esempio qualche forma di decisione. Ma, se
non sappiamo quali siano e, tanto meno, come si possano descrivere le operazioni
cognitive di un essere umano, come possiamo costruire un computer che fa
altrettanto?
Ma non può darsi che un
domani noi si riesca a descrivere quali siano le operazioni cognitive dell’uomo
e si riesca costruire un aggeggio artificiale (che non potremo chiamare
macchina) che esegua le stesse operazioni?
Non lo so. Certo questo
aggeggio non sarà un computer digitale, qualunque sia la sua velocità che,
ovviamente, non potrà mai essere infinita.
Le ragioni matematiche per
cui questo non può accadere sono molte, ma ve ne propongo una ulteriore e molto
semplice. Se guardate un uovo che cade e si rompe per terra non siete in grado
di invertire il processo. Se, invece, filmate la caduta con una telecamera
digitale, poi il computer riesce a far girare il filmato all’indietro e tornare
all’uovo intero. Questo vuol dire che i processi di un computer sono sempre
invertibili. Molto (quasi tutto?) di quello che accade nella Natura, no! E’
frutto di processi unici, imprevedibili e non riproducibili.
Forse davvero riusciremo
davvero a costruire “aggeggi” che sappiano fare le operazioni cognitive che fa
l’uomo. Beh è tutta una storia che ci stiamo riuscendo. E questi processi di
costruzione si chiama “riproduzione”.
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