di
Francesco Zanotti
Anche i giornali qualche
volta portano qualche buona notizia. Spezzoni di speranza.
Il Corriere di oggi descrive
il progetto di costruire una Grande Muraglia verde al confine meridionale del
Sahara. Le dimensioni sono impressionanti: 7.775 Km di Lunghezza e 15 Km di
larghezza.
L’obiettivo non per fermarne l’avanzata perché il deserto è
un ecosistema stabile. Ma, come dice come dice Jean-Marc
Sinnassamy, rappresentante del Global Environment Facility (GEF): “Stiamo lavorando con la terra, che è la base
di sostentamento in queste comunità. Stiamo lavorando con le persone a
ottimizzare la qualità del suolo, che migliora la resa delle colture e, a sua
volta, la produzione agricola e la qualità complessiva della vita in comunità.
Ogni paese partecipante ha i propri obiettivi individuali che comprendono la
riduzione dell’erosione, la diversificazione del reddito, aumentando la resa
delle colture e migliorando la fertilità del suolo. Si immagina un mosaico di
paesaggi sub-sahariani.”.
Un progetto politico
emergente.
Sempre il Corriere descrive una tecnologia
italiana che sembra molto funzionale a questo progetto: una “warka water”,
struttura ecosostenibile, capace di ricavare fino a 90 litri di acqua al giorno
da nebbia, rugiada ed umidità.
Nuove tecnologie e nuovi progetti politici
emergenti. Che il prossimo anno veda lo svilupparsi sistematico di progetti
politici emergenti e nuove tecnologie che li rendono possibili.
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