di
Francesco Zanotti
Le profezie che sia auto avverano costituiscono
un fenomeno noto. Affermare che una cosa accadrà ci porta inconsciamente a far
di tutto perché accada. A vederne i segni da ogni parte. A rispondere
coerentemente con le nostre attese.
Accade in ambiti molto diversi. Accade nei mercati
finanziari come accade nei rapporti personali.
Non dovrebbe sembrare strano. Rivela dopo tutto
una banale verità: che è l’uomo che costruisce il proprio mondo.
Fatta questa premessa arrivo al dunque.
Se diciamo di essere in guerra con l’Islam, ci
entreremo davvero, considerandolo inevitabile.
Il nostro giudizio su quanto accade, il nostro
modo di reagire sarà di una guerra che chiama guerra. Io personalmente non
voglio essere in guerra con nessuno. Cerco di eliminare la tentazione di
semplificare problemi complessi ragionando banalmente in termini di guerra. Non
so se ci riesco, spero nell’aiuto di tutti i lettori del Blog per riuscirci.
Ragionare di guerra, poi, non è solo auto
lesionista. E’ anche palesemente inadeguato.
La ragione più importante è che non si riesce a rispettare
la caratteristica fondamentale dell’essere in guerra: individuare chiaramente i
nemici. I nemici di ieri diventa velocemente gli amici di oggi. E viceversa. Si distribuiscono armi per combattere i nostri
nemici e scopriamo che vengono usate contro di noi. Forse è meglio smettere di
sentirsi in guerra e caricarci sulle spalle la responsabilità di creare un
nuovo sviluppo etico ed estetico.
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