di
Francesco Zanotti
Graham Martin è stato l’ambasciatore americano che ha lasciato Saigon occupata dal Vietnam del Nord. Una grande potenza sconfitta da un popolo in armi, certo ben supportato da chi desiderava la sconfitta degli USA.
A parte invertita la stessa storia raccontata
nel film Rambo 3. Una grande potenza (l’Unione Sovietica) sconfitta da un altro
popolo, certo anch’esso supportato da chi aveva interesse a che la grande
potenza perdesse. Il film Rambo 3 è stata una narrazione di questa storia.
Due storie a parte invertite, ma dall’esito
uguale: l’invasore perde. E perde anche se qualche ragione per invadere ce l’ha.
Da allora nulla è cambiato. L’invasore è più
buono, addirittura quasi tutti pensano che sia buonissimo e coloro che
combattono l’invasore siano i cattivi. Ma, ciononostante, l’invasore perde.
Certissimamente perde la pace: il suo intervento non costruisce sviluppo. E non
sta vincendo neanche la guerra.
Ed allora? Non riusciamo a capire che lo
sviluppo lo si costruisce con la conoscenza e non con le armi? Neanche l’uomo
del “we can” ha saputo evitare di cadere nella trappola della guerra. Al crepuscolo
della sua seconda presidenza ha dovuto “abbondonare” la sua strategia di “abbandono”
della Guerra. Neanche lui è stato in grado di sostituire la strategia della
guerra con la strategia della conoscenza. Non è neanche riuscito ad immaginare
che fosse possibile una strategia della conoscenza. Piccolo uomo.
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