venerdì 16 ottobre 2015

Graham Martin, Rambo 3 e Obama

di
Francesco Zanotti

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Graham Martin è stato l’ambasciatore americano che ha lasciato Saigon occupata dal Vietnam del Nord. Una grande potenza sconfitta da un popolo in armi, certo ben supportato da chi desiderava la sconfitta degli USA.
A parte invertita la stessa storia raccontata nel film Rambo 3. Una grande potenza (l’Unione Sovietica) sconfitta da un altro popolo, certo anch’esso supportato da chi aveva interesse a che la grande potenza perdesse. Il film Rambo 3 è stata una narrazione di questa storia.
Due storie a parte invertite, ma dall’esito uguale: l’invasore perde. E perde anche se qualche ragione per invadere ce l’ha.
Da allora nulla è cambiato. L’invasore è più buono, addirittura quasi tutti pensano che sia buonissimo e coloro che combattono l’invasore siano i cattivi. Ma, ciononostante, l’invasore perde. Certissimamente perde la pace: il suo intervento non costruisce sviluppo. E non sta vincendo neanche la guerra.
Ed allora? Non riusciamo a capire che lo sviluppo lo si costruisce con la conoscenza e non con le armi? Neanche l’uomo del “we can” ha saputo evitare di cadere nella trappola della guerra. Al crepuscolo della sua seconda presidenza ha dovuto “abbondonare” la sua strategia di “abbandono” della Guerra. Neanche lui è stato in grado di sostituire la strategia della guerra con la strategia della conoscenza. Non è neanche riuscito ad immaginare che fosse possibile una strategia della conoscenza. Piccolo uomo.


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