di
Francesco Zanotti
Angelo Panebianco sul Corriere di oggi ci spiega
che nella situazione attuale di conflitto generalizzato non si riesce a capire
bene da che parte stare. E neanche bene quali siano i nostri interessi da
difendere.
L’analisi è convincente, anche perché è a tutti
evidente che il nemico di ieri diventa troppo spesso l’amico (inconfessabile)
di oggi. Ad esempio, Assad.
Ma il Prof. Panebianco, però, la soluzione non
la propone.
Egli indica solo due obiettivi (certo
irrinunciabili) da perseguire: evitare una nuova Shoah e proteggere le
minoranze cristiane.
Ma, innanzitutto, ve ne solo altri altrettanto
importanti. E di “costruzione, non di
“impedimento”. Ad esempio, lo sviluppo dei Paese del Medio Oriente e dell’Africa.
E, poi, il problema è come fare.
Se si pensa ad obiettivi di impedimento, di
contenimento, l’unica soluzione che viene alla mente è costituita dalle armi.
Soluzione che, però, non ha mai funzionato.
Se si allarga l’orizzonte, emerge una soluzione:
costruire tutti insieme un grande Progetto di Sviluppo. Un grande progetto di
sviluppo che parte dai Paesi del Mediterraneo e si irradia verso l’Africa e il
Medio Oriente.
Ma è una soluzione che richiede conoscenze e
competenze che l’attuale classe dirigente non possiede.
E allora?
Allora diamo le conoscenze e le competenze che
mancano all'attuale classe dirigente. Invece di mandarle in televisione e
perdere il tempo in baruffe chiozzotte, mandiamola a casa a studiare.
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