domenica 11 gennaio 2015

Il problema non è la religione islamica

di
Francesco Zanotti


Mi rendo conto di intraprendere un discorso difficile, ma occorre provarci. Altrimenti rischiamo di ripetere a livello mondiale una stagione devastate di terrorismo. Essa avrà certamente una fine. Ma accadrà solo quando le tragedie generate saranno così paradossali che il terrorismo verrà prima emarginato e poi sconfitto.
Forse è meglio cercare di capire come e quando emerge il terrorismo per evitare di dover attendere immense tragedie prima di vederne la fine.
Il problema non è la religione islamica. Come ai tempi del terrorismo italiano il problema non era il comunismo. Il problema sta nell'ideologizzazione della religione. Mi spiego.
Essere religiosi significa pensare e praticare l’infinito. Significa vivere ogni giorno il confronto con un’alterità rispetto all'uomo che l’esperienza e il pensiero non riescono mai ad esaurisce. Un’alterità che, anzi, anzi, più la si pratica, più la si pensa, più si rivela inesauribile ispiratrice di altri pensieri e prassi.
Il problema inizia quando qualcuno vuole fare della religione una ideologia.
Quando si genera un modello di società concreto che viene chiamato Dio. Il considerare assoluto un modello di uomo e società non solo interrompe e corrompe l’esperienza religiosa. Ma scatena crociate contro chi vive altre esperienze religiose. Se si scambia un modello contingente di società e di uomo come assoluto, come voluto da Dio, allora è inevitabile che si cerchi di proporlo e poi imporre. Sembra che sia il proporre e l’imporre la parola di Dio. E’ da qui che nasce il terrorismo: dal pensiero ideologico. Esso elimina la fatica esistenziale dell’incontro con l’alterità di Dio e considera blasfeme le altre esperienze di dialogo con Dio. Il pensiero ideologico poi viene semplificato in qualche insieme di regolette a cui si appioppa il nome di verità, capaci di eliminare il male che sta intorno a noi. E il gioco è fatto. Il proselitismo, il terrorismo, la guerra.
Se vogliamo evitare il terrorismo dobbiamo ridimensionare il pensare ideologico.
Ridimensionare, non eliminare il pensare ideologico perché è questa modalità di pensare che costruisce e fa funzionare le macchine. E’ il modo di pensare che sta al fondo della società industriale. Non può essere eliminato perché è quello che ci ha portato al nostro attuale livello di benessere. Va, invece, ridimensionato perché non può essere usato per affrontare l’esperienza religiosa perché altrimenti la trasforma in ideologia.
Vi sono altre forme di pensiero? Ovviamente sì! Alla proposta delle nuove forme di pensiero è dedicato questo blog.
Rileggo il mio post … sarà deludente! Apparentemente non vi è sdegno, non vi è condanna. Ma forse il lettore capirà che sto cercando di proporre un percorso di “pietas” profonda nel profondo del cuore dell’uomo. La dove alberga un Dio che richiama alla conversione continua e non alla battaglia.


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