di
Francesco Zanotti
La società industriale è intrinsecamente una società elitaria: c’è chi comanda e chi ubbidisce, c’è chi scopre e chi impara.
Anche
l’EXPO 2015 è profondamente industriale: c’è chi espone e chi guarda.
La
nostra proposta di Expo della Conoscenza rompe lo schema dell’elitarismo. In
questo post provo a descrivere uno degli elementi di rottura: all'Expo della
Conoscenza non ha senso assistere. E’ necessario sperimentarlo. Non dico
partecipare perché è diventato un verbo banale, non basta. Dico che l’Expo
della Conoscenza occorre viverlo. Occorre partecipare in un senso molto
specifico: partecipare a creare la nuova conoscenza di domani, partendo dalla conoscenza
esistente.
Concretizzo
ulteriormente.
Oggi
sull'inserto del Corriere “La lettura” è pubblicato un articolo di Sandro Modeo
che parla del nuovo libro di Peter M. Hofmann (un fisico) dal titolo: “Gli
ingranaggi di Dio. Dal caos molecolare alla vita.”.
Il
dilemma è quello eterno: pro o contro il riduzionismo. Gli ulteriori testi di
riferimento citati dall'autore sono quello classicissimo di Shrodinger (Cosa è
la vita), quello di Mario Ageno (Le radici della biologia). Modeo cita anche un
testo di Telmo Pievani (Evoluti e abbandonati) dove sostiene che la spiegazione
dei comportamenti umani in termini biologico evoluzionistici e di là da venire.
Aggiungo
io, per fornire ulteriori stimoli: i due volumi curati da Lucia Urbani Ulivi “Strutture
di mondo”. Il secondo ha la postfazione di Cesare Sacerdoti, Socio Fondatore
ApEC. Nei due volumi appare in ogni angolo l’idea di una sistemica quantistica (riassunta
nel saggio finale di Strutture di mondo II da Gianfranco Minati (Socio Fondatore
di ApEC) che propone concetti come: la rottura di simmetria, l’entanglement, le
correlazioni a lungo raggio, le rappresentazioni non equivalenti le metastrutture
(concetto sviluppato sempre dal prof. Minati).
Cosa
propongo? Che coloro che vogliano vivere l’esperienza dell’Expo della
Conoscenza si cimentino a tentare una nuova sintesi in questo insieme di
risorse cognitive, per dire una parola nuova che ci faccia uscire da questo
davvero eterno dibattito tra riduzionismo ed antiriduzionismo.
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