Non sono uno di coloro che l’hanno conosciuto personalmente.
E me ne rammarico. L’ho sentito dal vivo una sola volta, ma ho ascoltato molti
dei suoi video in rete …
E ne ho tratto l’impressione che sia stato uno dei primi
protagonisti della fisica e della scienza prossima ventura.
Un fisico che non si trincera dietro l’autoreferenzialità
accademica attuale. Una autoreferenzialità che, nella fisica, sta inseguendo in
una corsa senza fine le “entità fondamentali” del mondo senza accorgersi che è
proprio il concetto di “entità fondamentali” che si sta squagliando come neve
al sole
Un fisico che sa riconoscere che il suo riferimento è
sempre solo l’Uomo e la sua Storia. E che la sua scienza è solo e soltanto un punto
di vista che deve dialogare con gli altri punti di vista per individuare i
propri limiti ed aiutare le altre aree di conoscenza a individuare e superare i
propri.
Un fisico che, quindi, rischia. Ma ogni nuova proposta è
un rischio. Meglio è un rischio per l’ortodossia. Ma è una grande potenzialità
per chi ha a cuore l’uomo e la sua storia.
Un fisico che, penso, i giovani dovrebbero considerare un
Maestro che sa riconosce la pochezza di un sapere che si suddivide in accademie
inaccessibili ai profani. Perché i giovani non vogliano più definirsi
attraverso specializzazioni (io sono un fisico, un biologo, un artista), anche
nobilissime. Ma si considerino uomini in cammino nella Storia con la
responsabilità di dare un nome ed un senso a questa storia.
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