di
Francesco Zanotti
Ma non diciamo sciocchezze!
Innanzitutto aumenta dello 0,1 %! Oltre ad
essere poco, nessuno mi leva dalla testa che, a causa della inevitabile
imprecisione nelle rilevazioni dei dati, uno + 0,1 % non significa proprio
nulla. E’ probabile che sia statisticamente equivalente a – 0,1.
Poi, anche se la precisione fosse assoluta (cosa
impossibile), dovrebbe scontare l’inevitabile “incertezza” dei dati di
partenza. Penso alle politiche (legittime) di bilancio delle imprese che espongono
il fatturato che conviene loro esporre, sempre rimanendo nel terreno della
legalità. Se poi immaginiamo che si vada oltre … Penso anche alla spesa
pubblica che, poiché lo Stato ragiona in termini di cassa, non registra i
debiti contratti in quell'anno, ma solo i soldi effettivamente spesi, anche in
questo caso lo Stato aggiusta la spesa pubblica come vuole. Basta che non paghi!
La spesa pubblica? Sì! Nel calcolo del PIL si
inserisce anche la spesa pubblica! Aumentando la spesa pubblica si aumenta il
PIL.
Ma allora ci sono alcune domande che,
ingenuamente, pongo.
La prima è: supponendo che quel 01% abbia un
significato statistico (cosa inverosimile), ma da cosa è stato generato? Non
certo da un aumento della produzione industriale …
E, poi, ma se attuiamo una drastica spending
review, certamente diminuiamo il numeratore: il deficit. Ma, contemporaneamente
avremo diminuito il denominatore: il PIL. Se poi la spending review cresce di
più di quanto cresca il PIL, avremo l’effetto di diminuire il deficit, di aver
più soldi da spendere in cassa, ma di farci bastonare da tutti perché il
rapporto deficit/PLI diminuisce …
Dove mi sbaglio? Devo sbagliarmi, perché altrimenti
significa che ci siamo auto messi in una trappola contabile …
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