di
Francesco Zanotti
Il buon Renzi certamente non vuole le lezioni, ma sarà costretto a cercarle come ultima spiaggia. Si è presentato come il leader che “fa le cose”. Ma non riuscirà a farle perché usa un processo sbagliato. Non si tratta di essere brillanti, decisi o giovani. In una società complessa si “fanno le cose” se si riescono ad attivare e gestire processi di progettualità sociale. Le cose da fare non le deve definire il leader. Ma devono nascere da questa progettualità sociale. Solo così si realizzeranno. Poiché Renzi parte da sue proposte, e proprio per questo, non riuscirà a realizzare nulla. Tralasciando il fatto che le sue proposte non hanno alcuna probabilità di incidere sullo sviluppo economico, sociale e culturale.
Non riuscendo a realizzare e non riuscendo a concepire
che il non riuscirci è frutto dell’usare un processo di governo sbagliato,
dovrà concludere che con questo Parlamento non si possono fare le cose. Occorre
che il PD, cioè, lui abbia maggiore potere, riesca a superare le mille obiezioni.
Allora si troverà sulla stessa linea cognitiva di Grillo
e Berlusconi: solo se esiste un Comandante forte (poi se volete aggiungete, nel
suo caso: giovane etc.) è possibile fare le cose.
Si tratta di una sciocchezza sistemica, ma tant'è.
Si formerà una alleanza informale tra Renzi, Grillo e Berlusconi
uniti dalla stessa ideologia dell’uomo solo al comando. E per cercare di diventare
l’uomo solo al comando non ci possono essere che le elezioni.
Ovviamente in una società complessa le elezioni, forse,
porteranno un uomo solo al comando. Ma non elimineranno la complessità sociale
che tornerà ad esprimersi subito dopo le elezioni combattendo l’uomo solo
comando con tanta più energia quanto più l’uomo al comando si sentirà forte. E
renderà evidente che in realtà è al comando di nulla. E’ soltanto solo. E’ non si
tratta della solitudine dell’eroe e del genio, ma solo quella dell’ottuso.
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