di
Francesco Zanotti
Lo scrivo con tristezza: stiamo coltivando una ulteriore illusione. Che
in questa contingenza storica non ci possiamo permettere.
Perché Matteo Renzi non può che fallire?
Perché cerca una soluzione strutturale: nelle strutture della società. Invece
noi abbiamo bisogno di una rivoluzione cognitiva: nella visione del mondo. Ma anche
Renzi parla di cultura. Sì, ma non dice cosa sia la cultura e come occorra
cambiarla. Una rivoluzione nella visione del mondo significa superare l’egemonia
della visione del mondo della fisica classica ed aggiungere (aggiungere, non
sostituire. Sintetizzare, non combattere) un pensiero quantistico, topologico,
post-moderno.
Sbaglia, poi, anche nelle soluzioni strutturali che propone. Sono ancora
una volta “classiche”. Il metodo di governo, ad esempio. Sostiene che occorre
rendere capace di governare chi vince le elezioni. E’ una solenne sciocchezza perché
è un tentativo di “domare” la complessità cognitiva della nostra società (ben
superiore a quella della società anglosassoni) per costringerla in due
schieramenti contrapposti. Ci si riesce per vincere le lezioni. Ma quando sono
vinte, la complessità cognitiva riappare e intrappola ogni desiderio, ogni
speranza che un uomo solo al comando sia la soluzione.
Noi abbiamo bisogno di nutrire la nostra complessità sociale di nuove
visioni del mondo perché sia possibile progettare socialmente un nuovo mondo. Parafrasando
Don Milani: “Date ai cittadini nuovi linguaggi (le nuove visioni del mondo sono
dopo tutto nuovi linguaggi), poi sapranno loro che mondo costruire”. Guarda
caso, Don Milani era proprio fiorentino.
Cito un brano di un articolo di Oscar Farinetti: "..Matteo ha capito che questo Paese si può cambiare solo attraverso una nuova qualità delle coscienze dei suoi cittadini. L'Italia ha bisogno di riforme profonde. Le grandi riforme scontentano sempre qualche categoria e non accontentano a pieno altre. Questo fenomeno è più accentuato in presenza di scarsa coscienza civica e basso senso di cittadinanza. ... con l'attuale livello di menefreghismo, superficialità, egoismo mascherato da corporativismo, disvalori purtroppo molto diffusi tra la gente italica" non si può fare nulla..Sostiene poi che "questi disvalori , assassini della coscienza civica, sono soprattutto determinati dal cattivo esempio da parte di chi ricopre posizioni chiave, specie i politici" Allora più che dare nuovi linguaggi, credo che basterebbe che quelli vecchi volgari e stereotipati tacessero. Che il baccano e la manipolazione cessasse, lasciando emergere la voce della ragionevolezza. Una voce che da quello che scrivi in questo blog è probabile che esista da sempre inascoltata nel sottofondo. Leonardo
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