di
Francesco Zanotti
Tutti riterrebbero assurdo fondare una prassi giuridica sul fatto che i
giudici sappiano leggere nel pensiero degli imputati. Sembra proprio che non
sia fisiologicamente possibile. O su qualche altra “prestazione” che la
fisiologia dell’essere umano non permette.
Invece, tutti ritengono normale, anzi assurgono a imperativo etico, il
fatto che il giudice sia imparziale, oggettivo. Ma anche questo è
fisiologicamente impossibile. Il cervello umano non è capace di uno sguardo
neutro. Infatti interpreta. Il cervello umano non è capace di trarre
conclusioni “oggettive” perché dopo aver interpretato, costruisce un proprio
ragionare che è assolutamente soggettivo. Interpretare e costruire sono, poi,
contingenti: diversi in diversi luoghi ed in diversi momenti.
Il lettore ne vuole una prova? Non si riesce neanche a costruire una
verità oggettiva (cioè da tutti inevitabilmente accettabile) su di una
intervista rilasciata da un giudice ad un giornalista.
Perché questo ignorare le prestazioni possibili al cervello umano ed
attendersene altre fisiologicamente impossibili?
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