di
Francesco Zanotti
"Obama vince. E ora i vecchi problemi". E' il titolo a caratteri
cubitali, in prima pagina sul Corriere di giovedì 8 novembre.
Credo che questo titolo sia l'indicatore più chiaro di quanto, pervicacemente, stiamo
costruendo la crisi che diciamo di voler combattere.
La crisi non è nel mondo, gli autori della crisi siamo
noi …
Proviamo a riflettere …
Ma cosa ha vinto Obama? Una gara tutta sua con un ricco
signore. E tutte due, insieme, hanno speso miliardate di dollari e buttato mesi
di tempo.
Ma era necessario perché rappresentavano due diverse
visioni dell’America. Ma non è vero! Rappresentano la stessa visione del mondo
(tipica della società industriale), sottolineando, forse interessi diversi. E
il problema è proprio la cultura della società industriale che va cambiata. E’
figlia della fisica classica, cioè di una visione del mondo addirittura ottocentesca.
Gli interessi diversi sembrano conflittuali perché la società industriale sta
perdendo di senso e la “coperta” delle risorse che produce sta diventando
troppo corta.
Lo dimostra anche la “scelta strategica” di Obama: mi
metterò a studiare insieme al Governatore Romney come tirare fuori il paese
dalla crisi. Perché come scrive il Corriere: i problemi sono quelli che c’erano
(aggravati) prima della competizione elettorale. Ma non potevano mettersi
insieme prima ed evitare di affliggerci con quella infantile e costosissima battaglia?
Mi sta venendo in mente una cosa: in Italia costruire un
gruppo di persone che partecipa virtualmente alla campagna elettorale. Che non
si candida perché così si è sicuri che non difende interessi. Ma che cerca di
costruire sintesi tra le diverse proposte di tutti i contendenti. Per arrivare
alla fine della campagna elettorale ad un Piano di Sviluppo per l’Italia.
Una campagna elettorale che diventa momento di progetto
invece che di scontro …
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