venerdì 23 novembre 2012

Irresponsabilità del non conoscere


di
Francesco Zanotti

Il tema è semplice: uno dei guai più rilevanti che dobbiamo affrontare è che nei dibattiti economici, sociali e politici non si tiene conto delle conoscenze esistenti. Il risultato è che si propongono analisi superficiali e soluzioni che sono peggiori dei mali.
Solo qualche piccolo esempio.
Nel dibattito su come rilanciare il nostro sistema economico non si tengono conto delle conoscenze e delle metodologie di strategia d’impresa. Altrimenti non si parlerebbe di competitività (o, peggio, di produttività), ma si parlerebbe di progettualità imprenditoriale. Altrimenti il problema del rapporto banca-impresa sarebbe impostato sulla stessa progettualità imprenditoriale e non sfocerebbe in problematiche e  continue ristrutturazioni del debito.
Nel dibattito su come ristrutturare le imprese non si userebbe una teoria della comunicazione (quella di Shannon) che va bene per i segnali elettrici, ma non per la comunicazione umana.
Nel dibattito politico si userebbero i concetti di chiusura autoreferenziale e di accoppiamento strutturale per capire le dinamiche politiche odierne e la si pianterebbe con la fatica inutile, dispendiosa e conflittuale di proporre “razionalmente”, invece di fare emergere socialmente, nuove istituzioni.
Non solo non si usano mille conoscenze che sarebbero decisive, ma non si accettano neanche suggerimenti ad utilizzarle …
Immaginate cosa succederebbe se, ad esempio, i medici rifiutassero la conoscenza medica esistente …
Conclusione? Una banale: l’ignoranza (“tecnica”. Cioè il non sapere) ci sta creando guai. Sarebbe bene eliminarla …

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