domenica 7 ottobre 2012

Agenda digitale e Istituto Studi filosofici di Napoli

di
Francesco Zanotti

Ben venga la banda larga ovunque, ma si sappia che è solo un canale. Poi occorre avere qualcosa da far scorrere. La conoscenza, ad esempio. Ma le tecnologie per rappresentare, confrontare e sintetizzare la conoscenza sono troppo primitive. Si rischia, allora, di avere un grande canale in cui scorrono banalità.
E se scorrono solo banalità si rischia di banalizzare intere generazioni di giovani che possono oggi cadere in depressione se tanti “amici” non rispondono alla foto dell’ultimo piatto che è stato loro servito con il famoso “mi piace”.

Purtroppo l’agenda digitale è davvero solo trasmissione.
Il produrre nuova conoscenza, il conservare e trasmettere conoscenza sembra non sia una priorità.

Lo dimostra la ricerca scientifica che non solo è poca, ma sta diventando sterilmente specialistica.

Lo dimostra una cultura museale che bada solo a conservare l’arte del passato e non a produrre nuova arte.
E lo dimostra la vicenda dell’Istituto di Studi filosofici di Napoli che sta subendo una vera e propria sterilizzazione logistica … Si, insomma, l’inscatolamento in pacchi, che non si sa quando verranno riaperti, di una biblioteca che l’Unesco ha riconosciuto essere unica al mondo.

E così la possibilità che con le nuove tecnologie si crei nuova conoscenza e arte diventa una speranza non solo irrealizzabile, ma neanche immaginata.

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