venerdì 27 luglio 2012

Pensarci prima ... o no?

di
Francesco Zanotti

Santo subito… è la voce che sembra riecheggiare tra le valli europee (quelle bergamasche, incluse?). Ci si riferisce a Mario Draghi che facendo concorrenza a dei e maghi, come loro col solo suono della voce, doma draghi (lo spread) e briganti (gli speculatori).
Per carità, nulla da dire su Mario Draghi. Ma … se bastava che alzasse la voce per domare draghi e briganti, perché abbiamo dovuto fare tutte quelle manovre lacrime e sangue? Non la poteva alzare prima?
Ma, poi, sfogliando i giornali anche questa questione muore in gola: i giganteschi guai del mercato dell’auto che sta finendo a “baruffe chiozzotte” (Marchionne e la Volkswagen), la caduta libera del mercato degli elettrodomestici, l’ILVA che viene praticamente chiusa dalla magistratura, dove, pure lì, le baruffe chiozzotte non mancano …
Più grave: neanche una parola sulle mille potenzialità di futuro che stanno affollando il nostro presente … ed allora? Dobbiamo trovare qualcun altro che sa gridare più forte e minacciosamente di Draghi?
Ieri sera stavo guardando una trasmissione dove stavano apparendo i primi commentatori che cominciavano a chiedersi: ma non è che non abbiamo capito nulla?
Noi sosteniamo sui nostri blog che è proprio così. Ed indichiamo cosa non abbiamo capito … basta leggere.
Purtroppo il vero problema delle nostre classi dirigenti è che sono così autoreferenzialmente chiuse in un conflitto permanente effettivo da creare continuamente obiettivi irrilevanti che diventano occasioni di altri conflitti. Come sta accadendo per la legge elettorale.

Per risolvere la nostra crisi di civiltà, soprattutto per non perdere le mille occasioni per cerare una nuova civiltà non serve a nulla. Serve, però, a perpetuare la lite tra i partiti che, quando si scoprono d’accordo (lasciare più spazio decisionale ai cittadini), devono immediatamente trovare il cavillo che permetta loro di dividersi. E urlano questa differenza quasi impercettibile in tutti i microfoni che trovano col solito tono di profeti della retorica. Diciamo loro di smetterla.

1 commento:

  1. Sono perfettamente d'accordo in tutto. Ormai siamo nell'irrazionalità piú assoluta e quasi nessuno se ne rende conto, soprattutto ai vertici politici, economici e direi nella casta pur essa chiusa dei cosiddetti "intellettuali", che non spingono piú il naso fuori delle loro stanze - chi mai l'abbia fatto! - e le scambiano per il mondo reale.

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