di
Francesco Zanotti
La mia generazione è nata all'età adulta, appena finita la maturità, con un urlo “Siamo scesi sulla luna”. Un urlo come a dire a tutti coloro che avevano iniziato a costruire dopo la guerra: “Ce l’abbiamo fatta!” … Quasi fino ai limiti dell’impossibile!
Poi, la grande stagione di speranza e sviluppo si è
bloccata. Si è bloccata in velleitarie e distruttive istanze rivoluzionarie negli
anni ’70, in una euforia ingenua e superficiale degli anni ’80, nella furia
giustizialista e nella difesa dei privilegi negli anni ’90, nella profonda
incomprensione delle potenzialità delle reti fisiche e virtuali nei primi anni
2000. In una crisi complessiva di economia, socialità, politica ed
esistenzialità ai giorni nostri.
In questi stessi anni, però, la Conoscenza ha continuato
la sua rivoluzione facendo emergere con sempre maggiore evidenza una nuova
visione del mondo che mi sembra si possa definire quantistica.
Questa “emergenza” è sfuggita completamente alle classi
dirigenti impegnate, di volta in volta, nel rivoluzionare, nell’effimero, nel condannare,
nel difendere, nel disperdersi (nelle reti).
Facciamo due + due …
Così quell’urlo che è scoppiato in tutte le menti ed in
tutti i cuori quando Armstrong ha posato
il suo piede sulla luna, ci si è strozzato in gola.
Ma il ricordo di quell’urlo (alle 4 o alle 5 del mattino
non ricordo), di quella giornata di fine luglio, si è forse strozzato in gola, ma
vive ancora nel cuore …
Tutti coloro che hanno il ricordo di quell’urlo, tutti
coloro che vogliono provare l’emozione di poter urlare a quel modo il futuro e
la speranza … Non prendano la armi, ma la conoscenza. Con essa immagineranno un
mondo nuovo, una nuova umanità che poi potranno urlare nei loro cuori verso l’Infinito
…
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