di
Francesco Zanotti

Tutti parlano, cercano, invocano l’innovazione.
Soprattutto i politici. Ma... ancora una volta, il problema è la conoscenza…
Fate la prova del telefono. Provate a telefonare non dico
a Monti, ma a qualche politicuzzo locale. Se non fate parte di qualche cerchio
magico, non riuscite a parlarci. Ma non è che questo politicuzzo non parli.
Anzi. Quando, per caso, lo cuccate in qualche immagine televisiva, lo vedrete
certamente al cellulare. Se è un politico importante ad un cellulare che gli ha
appena passato qualche porta borse.
Il problema è con chi parla.
Se le comunicazioni vengono ristrette a persone “importanti”,
si forma un cerchio magico di persone che conversano freneticamente tra di
loro. Che, in pratica, passano quasi tutto il loro tempo a conversare. Ma questo
conversare tra i soliti noti ha effetti devastanti. Crea realtà virtuali,
sganciate dalla realtà di chi sta fuori dal cerchio magico (cioè la stragrande
maggioranza delle persone). Questa realtà virtuale (che non esiste, che è
creata dalle loro conversazioni, che vive solo nelle loro conversazioni) è
quella su cui, poi, si basano per
decidere, progettare, fare leggi.
La politica è distante dalla gente. Ma il problema non è
l’ottusità o la malafede dei politici. La loro distanza siderale dalla realtà è
generato dalla spasmodica concentrazione gli uni sugli altri, dal loro chiudersi
in circoli di comunicazione rigorosamente chiusi.
Ovvio che persone chiuse in circoli autoreferenziali non
posso avere nessuna idea nuova e non possono capire idee nuove. L’innovazione
diventa solo ricerca scientifica, ma una ricerca scientifica mitica che non
capiscono, che non sanno indirizzare e
che delegano a scienziati chiusi in altri circoli autoreferenziali.
Che c’entra la conoscenza? Semplice: non ho espresso idee
originali. Ho solo letto Luhmann e tratto alcune conclusioni. Anche i nostri
politici potrebbero leggere Luhmann e, poiché non sono cretini, potrebbero
trarre le mie stesse conclusioni e rompere, di conseguenza, i cerchi magici che
li isolano dal mondo che dovrebbero (e, forse vorrebbero) servire. Dovrebbero, però,
lasciare un attimo il telefonino per leggere qualche riga di Luhmann … Forse
davvero una “mission impossible” …
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