giovedì 1 marzo 2012

No TAV: il razionale non è sociale


di
Francesco Zanotti


Ci sono alcune ovvietà scientifiche e sociologiche che danno chiare indicazioni su come affrontare il conflitto permanente effettivo in Val di Susa che nessuno si perita di prendere in considerazione.

L’ovvietà scientifica: non è possibile dimostrare razionalmente, in modo indiscutibile, le posizioni pro TAV o anti TAV. Ognuna delle due posizioni è espressione di una specifica visione della società ed ha un suo senso all’interno di quella stessa visione. Ognuna delle due posizioni è fondata su di un insieme di valori e speranze che è folle schierare le une contro le altre armate. Non ci sono due alternative tra cui scegliere: vi è una nuova società da riprogettare. Sarà solo quando avremo definito socialmente i fondamenti di una nuova società che troveremo un accordo su cosa fare in Val di Susa e della Val di Susa.

L’ovvietà sociologica ...
... se si insiste a cercare di contrapporre una razionalità che pretende di arrivare alla verità con un’altra razionalità che ha le stesse pretese, si riuscirà solo ad attivare un'escalation di violenze che si auto alimenterà perché la Disfida della Val di Susa attirerà tutti coloro che riescono ad esprimersi (ad autorealizzarsi) solo attraverso la più primitiva delle relazionalità: il conflitto.

La soluzione è altrettanto ovvia quanto le ovvietà dimenticate: occorre attivare non decisionismo, ma progettualità sociale, come ho proposto più volte indicando anche un metodo: Sorgente Aperta.

Ma se è tutto così ovvio perché i nostri governanti non riconoscono queste ovvietà? Perché, banalmente, di queste ovvietà non hanno mai sentito parlare e non vogliono ascoltare nulla di quello che non conoscono.

In sintesi, stiamo assistendo all'esplodere di un conflitto generato da relazionalità (dei violenti) e cognitività (dei nostri governanti) primitive.
Vogliamo dire a tutti costoro di crescere emozionalmente e culturalmente?

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