di
Francesco Zanotti
Ci sono alcune ovvietà scientifiche e sociologiche che danno chiare
indicazioni su come affrontare il conflitto permanente effettivo in Val di Susa che nessuno si perita di prendere in considerazione.
L’ovvietà scientifica: non è possibile dimostrare razionalmente, in
modo indiscutibile, le posizioni pro TAV o anti TAV. Ognuna delle due posizioni
è espressione di una specifica visione della società ed ha un suo senso all’interno
di quella stessa visione. Ognuna delle due posizioni è fondata su di un insieme
di valori e speranze che è folle schierare le une contro le altre armate. Non
ci sono due alternative tra cui scegliere: vi è una nuova società da
riprogettare. Sarà solo quando avremo definito socialmente i fondamenti di una
nuova società che troveremo un accordo su cosa fare in Val di Susa e della Val
di Susa.
L’ovvietà sociologica ...
La soluzione è altrettanto ovvia quanto le ovvietà dimenticate: occorre
attivare non decisionismo, ma progettualità sociale, come ho proposto più volte
indicando anche un metodo: Sorgente Aperta.
Ma se è tutto così ovvio perché i nostri governanti non riconoscono
queste ovvietà? Perché, banalmente, di queste ovvietà non hanno mai sentito
parlare e non vogliono ascoltare nulla di quello che non conoscono.
In sintesi, stiamo assistendo all'esplodere di un conflitto generato da
relazionalità (dei violenti) e cognitività (dei nostri governanti) primitive.
Vogliamo dire a tutti costoro di crescere emozionalmente e culturalmente?
Nessun commento:
Posta un commento