di
Francesco Zanotti
Sul Sole 24 Ore di domenica Il Prof. Guido Rossi ha scritto un articolo del quale c’era molto bisogno: una voce in controtendenza rispetto ad una ortodossia “economica” asfissiante che impone sacrifici irragionevoli che minano letteralmente il futuro.
Cosa dice il Prof. Rossi? Riferisce di una sentenza del giudice Jed S. Rakoff della District Court di New York che rigetta un accordo tra Sec e Citigroup col quale quest'ultima era pronta a pagare ben 285 milioni di dollari per far cadere l'accusa di illecite operazioni sui mercati finanziari.
La ragione? Non ha riconosciuto alla Sec il diritto di essere l’unica a poter individuare nei mercati finanziari quale fosse il pubblico interesse. Ed ha dichiarato che quell’accordo non era nel pubblico interesse. Punto!
La conclusione del Prof.Rossi “… ad evitare le rivoluzioni il legislatore nazionale, il legislatore europeo, financo quello globale dovrebbero, invece che cercare di sedurre i mercati con politiche di austerità, disciplinare prima rigorosamente lo scomposto e caotico mondo dell'opaca finanza, dominato dall'oligopolio delle agenzie di rating, per poter veramente proporre scelte politiche adeguate ad eliminare le diseguaglianze.”
Applausi! Finalmente.
Sull’onda di quanto scritto dal Prof. Rossi, vado avanti e riprendo un tema già trattato in questi blog, ma mai troppo ...
Come non dobbiamo lasciare tutto in mano ai “mercati” (che, poi, non si sa bene chi o cosa siano) così non dobbiamo lasciarci soggiogare dalle leggi dell’economia. Lo ripeterò fino a quando non sarò riuscito a generare consapevolezza e progettualità al proposito: non esistono le leggi dell’economia. Esistono proposizioni, più o meno coordinate, non condivise che non hanno certo il diritto di chiamarsi leggi e che non hanno nulla di scientifico. E noi oggi ci lasciamo sballottare da queste pseudo leggi … e da economisti che fanno di queste leggi quasi leggi di natura che dovrebbero governare il nostro presente ed il nostro futuro. Queste stesse “leggi” che ci spingono verso un’austerità che tanto più è rilevante tanto più genererà recessione.
Dobbiamo aprire un dibattito sull’economia … L’ho scritto, ma mi rendo conto delle difficoltà: come fate a coinvolgere in un dibattito serio (epistemologico) sull’economia personaggi come Alesina e Giavazzi, che usano queste presunte leggi per auto proclamarsi profeti?
Non solo non esistono leggi, ma le dobbiamo progettare: tutti insieme, scegliendo quelle capaci di costruire sviluppo.
Nessun commento:
Posta un commento