di
Francesco Zanotti
Oggi sul Corriere della sera Sabino Cassese cerca di
convincere che la democrazia diretta non funziona. Certo che non funziona, ma dimentica la vera
alternativa: la democrazia progettuale.
Credo che sia uno sforzo
inutile cercare di dimostrare che pretendere che tutti decidano tutto sia
scioccherello. Ma l’alternativa non è l’attuale democrazia rappresentativa. E’
altrettanto evidente che essa non funziona. Una complessità sociale crescente
non può essere semplificata con qualche legge elettorale. Con le leggi
elettorali si arriva ad avere Governi forti. Ma proprio i Governi forti nelle
società complesse non possono funzionare. Possono immaginare riforme, ma poi
non sono in grado di realizzarle perché la complessità sociale, zittita con una
legge elettorale, si ripresenta come opposizione sociale. Guardate cosa sta
succedendo negli Usa al Governo fortissimo di Trump: urla e strida che si
schiantano contro una variegata e diffusa opposizione sociale.
E allora?
Primo passo: finalmente
comprendere che non vi è nulla da decidere, ma tutto da progettare. Decidere è
una operazione cognitiva troppo semplice. Si decide quando vi sono alternative
precostituite tra le quali scegliere. Noi non abbiamo modelli sociali
precostituiti tra i quali scegliere. Noi ce ne dobbiamo inventare uno che non
esiste. E inventare una cosa che non esiste non si chiama “decidere”, ma “progettare”!
Scoperto questo diventa evidente che per progettare e poi realizzare occorre la
massima partecipazione possibile. Dobbiamo andare a pescare le idee ovunque
siano. Allora il dilemma non è tra democrazia diretta o rappresentativa. L’urgenza
è attivare una democrazia progettuale.
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