di
Francesco Zanotti
Ieri Renzi mi ha sorpreso. E’
vero, Germania e Francia pensano in piccolissimo. Ed egli ha fatto bene a
denunciarlo: bravo.
Non solo, ma mi sa che ha
davvero voglia di pensare in grande. E non per megalomania, ma perché i
problemi (soprattutto le potenzialità di futuro, ricordiamolo) sono grandi.
Però, perché il pensare in
grande non si riduca in velleità Renzi ha bisogno di un sacco di risorse cognitive di cui non dispone. Faccio
quale esempio. Il primo: il “valore” della competitività. Deve sapere che è un
disvalore. Il perseguirlo lega le imprese al passato e genera battaglie di
prezzo dalle quali nessuno sopravvive. Il secondo: il “valore” delle riforme. Deve sapere
che anche questo un “disvalore”. Nel senso che ogni assetto istituzionale è
solo l’ambiente in cui si svolgono le conversazioni economiche, sociali e
politiche. Certo che l’assetto istituzionale ha effetto su queste
conversazioni. Ma non si sa quale. E, poi, non è mai lo stesso: cambia al
cambiare delle conversazioni.
Ancora, occorrerebbe
rivelargli che è contraddittorio cercare di costruire sviluppo con una legge di
stabilità. Il concetto di stabilità è “positivo” solo all’interno della visione
del mondo della fisica classica e dell’economia mainstream. E’ negativo in un
mondo di diseguaglianze profonde che non può non vedere la nostra ricerca di
stabilità come voglia di istituzionalizzare l’ingiustizia. Occorrerebbe
informarlo che dovrebbe guidare una grande iniziativa di progettualità sociale
per costruire un progetto Paese a servizio del mondo. E molte altre cose.
C’è qualcuno che ha modo di
fargli sapere queste cose? Lo aiuterebbe molto.
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