domenica 1 maggio 2016

Il tesoro di Napoli sparso per cantine invece che per le menti

di
Francesco Zanotti


L’articolo è di Carlo Vulpio. E’ pubblicato su “La lettura” del Corriere della Sera.
Racconta, grazie alla testimonianza di Gerardo Marotta, anima dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, del dramma dello inscatolamento dei 300.000 volumi dell’istituto e la loro distribuzione in tante cantine umide.
E poi parliamo di ricerca e di digitale. Che senso hanno ricerca scientifica e digitale senza pensiero? Diventano uno spreco di soldi in banalità e superbia.
Senza farla lunga, Vulpio ci informa che l’insegnamento della filosofia è facoltativo in Germania (e pensate che c’è chi sostiene che senza leggere il tedesco non si può essere filosofi: Giulio Sapelli), in Francia e Spagna è stata abolita e in Inghilterra mai insegnata. Noi la insegniamo ai nostri giovani. Cioè diamo loro il fondamento su cui costruire ogni futuro. Cioè siamo il Paese più avanzato d’Europa.
Forse loro riusciranno a ricordare il senso profondo del “digitale” che è solo una delle più banali (anche se utilissima) modalità di descrizione del mondo.


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