di
Francesco Zanotti
L’articolo è di Carlo
Vulpio. E’ pubblicato su “La lettura” del Corriere della Sera.
Racconta, grazie alla
testimonianza di Gerardo Marotta, anima dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici,
del dramma dello inscatolamento dei 300.000 volumi dell’istituto e la loro
distribuzione in tante cantine umide.
E poi parliamo di ricerca e
di digitale. Che senso hanno ricerca scientifica e digitale senza pensiero? Diventano
uno spreco di soldi in banalità e superbia.
Senza farla lunga, Vulpio ci
informa che l’insegnamento della filosofia è facoltativo in Germania (e pensate
che c’è chi sostiene che senza leggere il tedesco non si può essere filosofi:
Giulio Sapelli), in Francia e Spagna è stata abolita e in Inghilterra mai
insegnata. Noi la insegniamo ai nostri giovani. Cioè diamo loro il fondamento
su cui costruire ogni futuro. Cioè siamo il Paese più avanzato d’Europa.
Forse loro riusciranno a
ricordare il senso profondo del “digitale” che è solo una delle più banali
(anche se utilissima) modalità di descrizione del mondo.
Nessun commento:
Posta un commento