di
Francesco Zanotti
Non ci serve nessuna stabilità. Se le parole
hanno ancora un senso stabilità è l’esatto contrario di sviluppo. Se un sistema
è stabile, per definizione, non si sviluppa. E neanche ha senso dire che la
stabilità è una precondizione per costruire sviluppo. La ricerca della
stabilità frena lo sviluppo che, ancora una volta per definizione, è generato
da discontinuità.
Allora perseguiamo uno sviluppo alto e forte.
Comincio con questo una serie di post che
cercano di indicare un percorso per costruire un Progetto di sviluppo, per il
momento “ufficialmente” solo economico (ma si vedrà subito che non potrà essere
solo economico), del nostro Paese.
I primi attori che si devo assumere l’onere di
costruire una prima proposta di Progetto di Sviluppo sono le imprese. E più sono
grandi, più la responsabilità della proposta è forte. Si parla tanto di
responsabilità sociale ma si dimentica che la prima responsabilità è proprio
quella di progettare un nuovo sviluppo. Che ovviamente non significa una crescita
del Pil attraverso l’economia attuale.
Alle
imprese mi permetto di porre domande progettuali.
Inizio dalle imprese che producono “beni di
consumo individuale”: quale modello di “felicità” proponete? I vostri prodotti
avranno tanto più successo quanto più contribuiranno allo sviluppo della
felicità delle persone. Ma perché questo accada, occorre che abbiate chiaro in
cosa consisterà la felicità per l’uomo del futuro.
Ad esempio, pensando al prodotto di uso
individuale tipico della società industriale, l’automobile, a quale modello di
trasporto individuale vi ispirate per progettare i nuovi modelli?
Ah avete visto che ho iniziato a cambiare la
parole? Non ho usato l’espressione “beni di consumo individuale”, ma “beni di
utilizzo individuale”. Forse è un bene di consumo la mortadella perché la si
mangia. E forse neanche per la mortadella va bene “consumo”. La mortadella la
si gusta, nutre etc. Certamente per l’auto
va bene la parola consumo. Essa deve consumarsi il meno possibile, deve durare
il più possibile.
Osservazioni marginali? No! Provate a
considerare l’auto un bene di utilizzo individuale. Diverrà più naturale porsi
la domanda generale, ma che se ne farà la gente dell’auto nel futuro? Quale
modello di trasporto individuale proponete voi costruttori di auto nelle diverse
contrade del mondo?
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