di
Francesco Zanotti
Dov’è la vittoria ... si chiede il nostro inno
nazionale.
In una società umana è triste parlare di
vittoria di una parte sull'altra.
Innanzitutto, perché, quando è necessario
progettare una nuova società, è scioccherello fare contrapposizione tra visioni
e speranze. Per progettare e costruire una nuova società ce ne vogliono
tantissime di tutte e due. Più sono, meglio è! E non bisogna costringere le
persone a scegliere: occorre costruire una speranza più grande che contenga
tutte le speranze che i cuori degli esseri umani riescono ad immaginare.
Se si costringe gli elettori a scegliere, si mortificano
visioni e speranze che, per definizione, non si contrappongono: si chiamano le
une le altre.
Per vincere si è costretti addirittura a demonizzandone
la parte rappresentata dall’avversario. Che è il modo migliore per far sì che
le speranze visioni e le speranze perdenti siano ... perse per sempre. Meglio:
fino alla fine della celebrazione della vittoria. Perché subito dopo le visioni
e le speranze perdenti cercheranno la rivincita. E si ricomincia la nuova
campagna elettorale che sarà ancora più radicalmente contrappositiva.
E, poi, diciamocelo, questa volta la vittoria è
proprio la classica vittoria di Pirro. Chi vince ha il 40% dei voti. Cioè il
40% del 40% che ha votato. Fa il 16%. Le visioni e le speranze dell’altro 84 % saranno
costrette non a diventare più grandi, ma a cercare una rivincita.
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