lunedì 24 novembre 2014

La vittoria uccide le visioni e le speranze dell’avversario

di
Francesco Zanotti


Dov’è la vittoria ... si chiede il nostro inno nazionale.
In una società umana è triste parlare di vittoria di una parte sull'altra.
Innanzitutto, perché, quando è necessario progettare una nuova società, è scioccherello fare contrapposizione tra visioni e speranze. Per progettare e costruire una nuova società ce ne vogliono tantissime di tutte e due. Più sono, meglio è! E non bisogna costringere le persone a scegliere: occorre costruire una speranza più grande che contenga tutte le speranze che i cuori degli esseri umani riescono ad immaginare.
Se si costringe gli elettori a scegliere, si mortificano visioni e speranze che, per definizione, non si contrappongono: si chiamano le une le altre.
Per vincere si è costretti addirittura a demonizzandone la parte rappresentata dall’avversario. Che è il modo migliore per far sì che le speranze visioni e le speranze perdenti siano ... perse per sempre. Meglio: fino alla fine della celebrazione della vittoria. Perché subito dopo le visioni e le speranze perdenti cercheranno la rivincita. E si ricomincia la nuova campagna elettorale che sarà ancora più radicalmente contrappositiva.
E, poi, diciamocelo, questa volta la vittoria è proprio la classica vittoria di Pirro. Chi vince ha il 40% dei voti. Cioè il 40% del 40% che ha votato. Fa il 16%. Le visioni e le speranze dell’altro 84 % saranno costrette non a diventare più grandi, ma a cercare una rivincita.


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